![](https://www.radiortm.it/wp-content/uploads/2020/11/fire-4429478_640.jpg)
Che il Brasile chieda di essere ricompensato finanziariamente per essersi prodigato nella salvaguardia della foresta amazzonica è una richiesta che lascia alquanto perplessi. Il coordinatore del Consiglio dell’Amazzonia Hamilton Mourão, nominato da Bolsonaro, ha affermato in una diretta streaming promossa dalla Federazione delle Camere di Commercio Estero, la necessità di salvaguardare l’Amazzonia per il ruolo fondamentale che ricopre nell’equilibrio della climatologia nel mondo, e che per questi sforzi che il governo sta compiendo, si aspetta gli venga riconosciuto un sostegno economico da parte delle comunità internazionali, necessario a proteggere l’immenso polmone verde che attraversa gli stati dell’Amazzonia. In realtà in base a ciò che riportano quotidianamente le cronache, in Brasile gli incendi dolosi sono all’ordine del giorno, i taglialegna abusivi risultano più attivi che mai (l’area deforestata monitorata dal satellite nel luglio scorso copre una superfice di 2254 kmq, ovvero il 278% in più rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti) così come non si contano le distruttive miniere d’oro e manganese a cielo aperto sparse lungo il Rio delle Amazzoni. Lo confermano le critiche che sono piovute addosso all’amministrazione Bolsonaro da più parti del mondo che lo accusano di non adoperarsi sufficientemente a contrastare le attività illegali sostenute dalla criminalità organizzata e dagli interessi economici ad essi collegati. Non ultime l’accusa di genocidio della popolazione indigena che gli è stata contestata l’anno scorso da Papa Francesco e le denunce pervenute a Bolsonaro dalle comunità umanitarie e dalla società civile mondiale.
R.R.