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Biden-Trump ultimo round…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Il terzo e ultimo confronto tra Biden e Trump prima del voto del 3 novembre si è svolto ieri a Nashville.  Un’ora e mezza nel rispetto del fair play, niente insulti, solo dure accuse reciproche su temi ormai noti e presentati da opposte prospettive e visioni dell’America. Coronavirus e immigrazione in primo piano e oltre alle parole, a questo punto prevedibili, i gesti, che a volte hanno un impatto più forte delle parole stesse sugli indecisi. Biden ha guardato l’orologio, commettendo l’errore di G.W.Bush durante il confronto con Clinton. La cosa non è sfuggita e certo non ha favorito il democratico. Non vedeva l’ora che il dibattito terminasse? Insofferenza o preoccupazione? Dipende dal punto di vista dell’osservatore e dalle intenzioni di voto: quanto più precise tanto minore l’influenza di un gesto. Quasi 50 milioni di americani si sono già espressi senza attendere l’ultimo round, diverso il caso degli incerti, come confermano le decisioni dell’ultima ora che possono ribaltare statistiche e sondaggi e mandare in fumo le certezze. Indubbiamente gli effetti devastanti del Coronavirus  hanno inciso e incideranno sul voto, come la rapida guarigione di Trump può aver insinuato il dubbio tra i non “riduzionisti” circa la pericolosità del virus. Il presidente ha 74 anni ed è in sovrappeso. Due elementi che non aiutano la risoluzione della malattia. Pesanti sono state le accuse di Biden sull’emergenza pandemia : “Trump non ha un piano” e sulla questione immigrazione: “Trump è uno dei presidenti più razzisti della storia moderna” dopo che il presidente si era vantato del contrario. Biden ha anche usato l’arma del coinvolgimento emotivo, sempre vincente, quando ha definito Trump un “criminale” per aver separato i bambini dai genitori immigrati al confine con il Messico. Pronta l’obiezione:  i bambini sono stati portati dalle gang di trafficanti di persone. Chi ha detto il vero? Uno spazio è stato dedicato alla politica estera quando lo sfidante democratico ha indirettamente incolpato Trump di aver permesso l’ingerenza di paesi stranieri negli affari interni del paese: “Con me Russia Cina e Iran pagheranno per le ingerenze nelle elezioni americane” e un’affermazione del presidente: “Con Kim Yong-un buoni rapporti”.  Al termine dello scambio, la replica delle discordanze: le rispettive consorti sono salite sul palco: la prima a farlo è stata la first lady, seguita dalla consorte di Biden che ha abbracciato il marito. Un gesto che l’America apprezza e che è mancato nella coppia presidenziale.  Chi si è aggiudicato la vittoria? Questo il verdetto di Megyn Kelly di Fox News: “Trump ha vinto questo dibattito facilmente. Biden non era affatto una forza. Trump era deciso, puntuale, ben temperato”. Per la CNN ha prevalso Biden: 53 a 39. E chi vincerà le presidenziali? Secondo recenti sondaggi, la distanza tra i due contendenti si è ridotta, benché  Biden sia avanti del 9 per cento. Trump è passato in vantaggio in Ohio, uno degli Stati chiave. Media, sondaggisti, intrattenitori televisivi danno Biden vincitore. Ma la vittoria dei democratici non dovrebbe limitarsi alla conquista della Casa Bianca, senza il Senato sarebbe una mezza vittoria. Comunque finisca, emerge un dato: l’indebolimento della forza di coesione e del profondo senso di unità che ha sempre contraddistinto la nazione americana e che appanna l’autorevolezza e il prestigio degli Stati Uniti nel mondo. Non credo Biden riesca nell’impresa di ricomposizione del suo paese. Un guaio anche per l’Europa.

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