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Bogotà. 5mila indigeni in marcia verso la capitale

Tempo di lettura: 4 minuti

Numerosi gruppi etnici del dipartimento di Cauca nel sud-est caraibico della Colombia stanno marciando verso la capitale. Pretendono di essere ascoltati. Chiedono di farlo in un confronto diretto con il presidente Ivan Duque Márquez, per esporre le loro tante preoccupazioni. Vogliono, soprattutto che venga detta la parola fine all’escalation di violenza che attanaglia il paese e le minoranze indigene. Ma anche per protestare contro la politica economica e sociale del governo. Una marcia verso la capitale che mi piace definire “giornata nazionale di protesta” convocata da sindacati, studenti e organizzazioni sociali e umanitarie. “Vogliamo dire a tutti che Duque è un presidente che non serve il suo popolo, e quindi le organizzazioni sociali, la Minga del Suroccidente, continueranno a lottare per il territorio e per la pace”, ha detto alla stampa Ferley Quintero, consigliere del popolo Yanacona. Il leader ha assicurato che la mobilitazione pacifica, posa le sue fondamenta nella difesa della vita, del territorio, della democrazia e della pace; rifiuta gli omicidi e i recenti massacri dei leader sociali e spinge per politiche che garantiscano il benessere dei colombiani e dei popoli indigeni. Quintero ha negato che la marcia sia stata strumentalizzata dai guerriglieri dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e dal dissenso delle FARC (guerriglieri di sinistra) allontanatisi dopo il fallimento dell’accordo di pace firmato nel 2016 per porre fine a un conflitto durato oltre mezzo secolo, costato 260.000 morti e milioni di sfollati. Durante le proteste del 2019 e nel settembre di quest’anno sono stati registrati atti vandalici, incendi di autobus e attacchi alle stazioni di polizia. Il governo, sulla base di informazioni fornite dall’intelligence, ha accusato gli infiltrati dell’ELN di essere i responsabili dei recenti attacchi e disordini. “È sempre stato il cavallo di battaglia della politica governativa stigmatizzare la protesta sociale, è sempre stata la strategia del governo stigmatizzare anche le azioni politiche che le popolazioni indigene stanno portando avanti”, ha detto Quintero, assicurando che durante la mobilitazione saranno rispettate le norme sanitarie anche attraverso la consegna di mascherine sanitarie anti Covid a tutti i partecipanti. Il ministro dell’Interno Alicia Arango ha detto questa settimana che il governo rimane aperto al dialogo con le popolazioni indigene. Gli organizzatori hanno invitato i manifestanti ad evitare blocchi stradali e altre azioni che impediscano la ripresa economica del paese, che sta iniziando lentamente a riprendersi dopo l’isolamento preventivo obbligatorio di oltre cinque mesi atto a contenere il propagarsi del virus pandemico.

 

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