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Djokovic invoca l’Occhio di Falco

Tempo di lettura: 2 minuti

Nole Djokovic invoca la tecnologia Occhio di Falco nei tornei di tutto il mondo. Non è una novità che il numero uno al mondo spesso se la prenda con i giudici di linea contestandone le decisioni anche in maniera piuttosto decisa. Lo ha dichiarato nel torneo del Roland Garros in corso di svolgimento a Parigi. “Con tutto il rispetto per la tradizione e la cultura che abbiamo di questo sport – ha detto Djokovic -riferendosi al comportamento dei giudici di linea, non vedo per quale motivo non si possa disporre dell’Occhio di Falco anche a Parigi, come nei tornei di Cincinnati e New York”. Infatti agli Open di Francia, torneo che si gioca sulla terra battuta l’Occhio di Falco non viene utilizzato; i giocatori si affidano alla decisione del giudice arbitro per stabilire se una palla e dentro o fuori il perimetro di gioco. “Naturalmente, capisco che la tecnologia sia costosa, e che quindi diventi una questione economica. Ma ormai sento che ci stiamo muovendo in questa direzione. Vanno bene i raccattapalle, quelli sì, ma basta con i giudici di linea. Di parere opposto la spagnola Muguruza, campionessa del Roland Garros 2016 che invece, ritiene che le tradizioni debbano essere rispettate. “Mi piace avere gli arbitri di linea e l’arbitro di sedia. Mi piacciono le cose alla vecchia via”, ha detto la spagnola.Il torneo Next Gen dell’ATP sta sperimentato la tecnologia “Occhio di Falco”  che chiama le linee utilizzando una voce automatizzata piuttosto che avere funzionari in campo.

 

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