
“In tempi difficili, condizionati dall’emergenza sanitaria, con un’economia traballante, piuttosto che aiutare gli operatori agricoli si rende loro la vita ancora più difficile. E tutto questo a Vittoria, dove sappiamo che l’ortofrutta costituisce la fonte di sostentamento per numerose famiglie, è sinceramente inaccettabile”. E’ il senso della dura critica che arriva dal segretario politico dell’associazione Reset Vittoria, Alessandro Mugnas, che stigmatizza la delibera della Commissione straordinaria con cui è stato deciso di tassare l’ingresso al mercato ortofrutticolo di concessionari e produttori oltre che dei visitatori. Questi i prezzi: quindici euro il badge (carta mercato), 50 euro il token. Inoltre, per i visitatori, in possesso dei requisiti richiesti ma non muniti dei suddetti dispositivi di accesso, l’ingresso pedonale costa 2 euro, l’ingresso con autovettura 3. “E’, detta in maniera molto semplice – chiarisce Mugnas – una tassa ingiusta. Non credo che la Vittoria Mercati abbia bisogno di “estorcere” questi soldi a chi oggi corrisponde, all’interno del mercato, delle specifiche somme. Basti considerare, ad esempio, i concessionari che pagano circa mille euro di affitto al mese per ciascuno dei box in cui operano. Quindi, non si comprende perché il concessionario dovrebbe pagare per accedere a una struttura per usufruire della quale corrisponde già un lauto affitto annuale, circa 12.000 euro. Se facciamo qualche conto in maniera molto semplice, rispetto al numero dei box esistenti, si capisce come al mese la Vittoria Mercati riesca ad introitare qualcosa come 70.000 euro circa. E non sono certo i 50 euro del token che possono fare la differenza. Se già questa pretesa è inconcepibile per i concessionari, ancora peggio lo diventa per i produttori che sono quelli che alimentano il mercato ortofrutticolo di Fanello, senza i quali il sito non potrebbe neppure esistere. Ma non solo, i produttori, messi alle strette, alla luce di questi costi da sostenere, potrebbero benissimo svincolarsi e rivolgersi alle strutture esterne, ai centri di condizionamento ad esempio, decidendo, quindi, di conferire le proprie produzioni altrove. Se a fronte delle importanti somme che, solo con gli affitti, la Vittoria Mercati percepisce non riesce a gestire la struttura, allora è il momento di una revisione contabile interna perché è insostenibile che a sopportare il peso di un ingiusto balzello siano gli operatori agricoli. Recuperare i soldi attraverso il produttore o il concessionario che già paga un affitto non indifferente è qualcosa di intollerabile che noi, come Reset, non accettiamo. Potrebbe essere tollerato per i visitatori ma per tutti gli altri no. Siano loro, quelli della Vittoria Mercati, a rivedere i conti interni evitando di mettere le mani nelle tasche della gente che non ne può più”. E Mugnas aggiunge: “Sono impegnato, nel settore agricolo, da anni sul piano professionale e so bene, dunque, ciò di cui parlo. Ritengo che l’obiettivo di un movimento politico come il nostro, anche in vista delle prossime amministrative, debba essere quello di partire dalle piccole cose da risolvere per cercare di favorire quello sviluppo e quella crescita di cui Vittoria non può più fare a meno, a maggior ragione in questo delicato momento. E questo modo di tassare produttori e concessionari di certo non porta alcun tipo di aiuto e sostegno a un comparto che naviga già in brutte acque”.