L’ ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ragusa che ha deciso di archiviare il procedimento penale in cui è rimasta gravemente ustionata la piccola Sophie è stata impugnata ed il prossimo 10 settembre il Tribunale ibleo deciderà se riaprire il caso.
Il punto fermo di questa triste vicenda è che la bambina è entrata sana presso la scuola dell’ infanzia “Aquilone” ed è uscita con gravi lesioni alle gambe ed ai glutei, ricoverata d’ urgenza presso il centro grandi ustionati dell’ Ospedale Cannizzaro di Catania.
La povera Sophie, che soffre di un grave disturbo dello spettro autistico, si era recata, accompagnata dall’ insegnante di sostegno presso i servizi igienici della scuola, ma dopo essersi seduta sul water, ha iniziato a piangere e a gridare perché qualcuno aveva dimenticato di rimuovere i prodotti chimici che erano stati utilizzati per le pulizie del bagno.
Questi sono i fatti, comprovati dagli atti d’indagine in cui è emerso che il giorno in cui la bambina è rimasta vittima delle lesioni, il collaboratore scolastico, come da lui stesso dichiarato, si è rifiutato di disostruire un gabinetto perché tale operazione “mi infastidiva”.
Pertanto la responsabile del plesso scolastico, pur non avendo alcuna competenza tecnica in materia, ha deciso di agire in prima persona causando l’allagamento del bagno e utilizzando per la pulizia prodotti ustionanti che non sono stati rimossi ne da lei né dal bidello ed hanno causato le gravi lesioni.
I genitori della bimba adesso si chiedono:
Ci sono non pochi elementi per cui bisogna riaprire il caso, ma a prescindere da ciò ci si chiede che ruolo hanno gli insegnanti e i collaboratori scolastici se non quello di vigilare sull’ incolumità dei bambini?
Non può essere condivisa una tesi in base a cui un genitore lascia il figlio a scuola e lo ritrova bruciato al centro ustionati, senza che nessuno abbia colpa.
I genitori di Sophie si sono sentiti traditi da uno Stato a cui hanno affidato la figlia che gli è stata restituita piangente in un letto d’ ospedale.
Nonostante l’ amarezza Luciano e Floriana non si sono arresi ed adesso aspettano la pronuncia del Tribunale monocratico che gli potrà restituire la fiducia nelle istituzioni.
La aspettano anche le tante persone che in questi mesi hanno espresso la loro solidarietà a Sophie ed ai suoi genitori. Da tutta Italia infatti, sono arrivati messaggi di incoraggiamento ma anche di rabbia nei confronti di una decisione che non si può assolutamente condividere.
Questa non è solo la battaglia di Floriana e Luciano, al posto loro poteva esserci chiunque.