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Ragusa in movimento e la rivitalizzazione del centro storico

“In questi giorni di lockdown, di distanziamenti sociali, di chiusura delle attività commerciali, forse perché c’è stato più tempo di pensare, si è aperto un dibattito, l’ennesimo a dire il vero, sul futuro del centro storico della nostra città. Ci permettiamo di avanzare anche noi la nostra proposta”. E’ il presidente dell’associazione politico culturale Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, ad affermarlo sottolineando che “uno dei principali problemi riscontrati in alcune zone del centro storico superiore, soprattutto quello ricompreso tra il corso Italia e l’area della Rotonda di via Roma, è la ghettizzazione. Cittadini stranieri di ogni etnia sono stati abbandonati in case malridotte senza che nessuno si sia accorto di quello che stava accadendo. Invece, tutti sapevamo ma tutti ci siamo girati dall’altra parte, facendo finta di nulla. Il nostro intervento, a ogni modo, non è finalizzato a individuare le responsabilità. A quello ci penserà la storia. Vogliamo, piuttosto, fornire qualche suggerimento. Intanto, sia la precedente che l’attuale amministrazione (sono già trascorsi due anni) non hanno compiuto passi decisivi in avanti legati all’adozione del Piano particolareggiato. Soltanto se si potrà procedere con una differente rimodulazione delle unità abitative, allora avrà un senso, per i ragusani, tornare ad abitare il centro storico, facendo sì che le abitazioni possano essere dotate di tutti i confort”.
“Poi – prosegue Chiavola – c’è la questione delle attività commerciali di cui non si può non tenere conto. Troppe chiusure negli ultimi mesi. E un ulteriore colpo, forse quello di grazia, arriverà con l’emergenza pandemica. Ecco perché l’amministrazione non deve più perdere tempo nell’individuare una serie di pacchetti di incentivi concreti per invogliare a rimanere sul posto chi ha la propria attività in centro e allettare chi, invece, vuole avviarne di nuove. Rendere appetibile, ma in maniera efficace, questa zona di Ragusa, è l’unico modo per far sì che il centro torni di nuovo ad essere ripopolato di ogni tipo di attività commerciale, così come accadeva negli anni d’oro. Tra l’altro, è l’unico sistema per superare la spietata concorrenza dei centri commerciali”.
“Altra questione – prosegue Ragusa in Movimento – è quella che concerne il vulnus architettonico di piazza San Giovanni, con la presenza del palazzo ex Ina, che fa sembrare questo sito un coacervo di stili architettonici, una sorta di cocktail tale da fare storcere il naso ai visitatori. La riflessione è questa. Se a Scicli sono riusciti a ottenere un finanziamento per eliminare l’obbrobrio rappresentato dalla facciata della scuola Micciché-Lipparini, perché qualcosa di analogo non può essere fatto anche per Ragusa? Ci vuole un impegno concreto, operativo e concertato che ci consenta di superare una fase di stallo che dura da decenni. Ecco, se l’attuale amministrazione vuole distinguersi da quelle del passato, lo può fare cercando di caratterizzarsi per riuscire a centrare degli obiettivi in cui altri hanno fallito. Non è un percorso semplice. Ma da qualche parte bisognerà pur cominciare se vogliamo che Ragusa possa assumere una identità in grado di rispondere alle sfide ancora più pressanti del futuro”.

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