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Modica, D’Antona: “Iimprovvisato meccanismo di “scatole cinesi”

Il  Consiglio Comunale di Modica mercoledì è chiamato a deliberare sulla razionalizzazione delle società partecipate, adempimento che la legge impone venga effettuato entro il 31 dicembre di ogni anno, pena l’applicazione di una sanzione con il pagamento di una somma tra 5.000  e 500.000  euro a carico del Comune.

“Ancora una volta, come avvenuto nel 2017 in occasione di una ennesima rimodulazione del Piano di Riequilibrio – denuncia Vito D’Antona di Sinistra Italiana –   la Giunta Abbate si sostituisce al Consiglio Comunale; in quella occasione  la Corte dei Conti, con un’ apposita delibera, respinse le giustificazioni addotte dal sindaco e affermò categoricamente che “La presenza di un termine perentorio .. la carenza della capacità dell’organo esecutivo di surrogarsi a quello consiliare .. impedisce di ritenere .. che l’atto consiliare sia stato tempestivamente adottato.” Siamo in presenza di un ulteriore mancato rispetto dei termini di legge che fa rischiare al Comune di essere inadempiente.

Nel merito della gestione delle partecipate, dalla Spm alla Multiservizi, emerge dall’ultima delibera sul bilancio consolidato, come opportunamente criticata dai consiglieri di opposizione, una gravissima situazione finanziaria e di prospettiva.

Con un’ apposita deliberazione – prosegue D’Antona  – approvata con i soli voti dei consiglieri di maggioranza il 31 ottobre scorso, è stato deciso di costituire due nuove società, una scelta nettamente contraria alla legge, confermata dal recente Testo unico sulle partecipazioni pubbliche, tendente in modo rigoroso a ridurre in tutto il Paese il numero delle società partecipate dagli enti pubblici, vietando la costituzione o il mantenimento di partecipazioni in società che svolgono attività analoghe o similari.

Abbate ha fatto esattamente il contrario, esponendo il Comune ad altre critiche da parte della Corte dei Conti.

Continuiamo a pensare – conclude –  ad un improvvisato meccanismo di “scatole cinesi” che ha lo scopo di rinviare al futuro il vero problema: il pagamento da parte del Comune dei circa otto milioni di debiti accumulate dalle società e quindi il ritardo, ormai cronico, di cinque mesi di stipendio per i dipendenti della SpM”.

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