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The New Pope su Sky…l’opinione di Rita Faletti

E’ iniziata su Sky la seconda parte della serie televisiva nata dal talento prodigioso di Paolo Sorrentino, The New Pope. Già il titolo prelude a una nuova figura di pontefice, altra da quella che ha dominato la prima parte, e a un modo diverso di intendere la difficile missione di guidare la Chiesa e rapportarsi alla cristianità e al mondo. Se la centralità della figura papale rimane il punto fondamentale della serie, nella prima parte, The Young Pope, è il giovane Papa americano Lenny Belardo ad occupare la scena con la sua personalità, la sua ferma adesione ai dogmi, la sua intransigenza quando afferma che “non è Dio a doversi avvicinare a noi ma noi a Dio”, rendendo vani i tentativi del Segretario di Stato Angelo Voiello di stemperare gli aspetti apparentemente reazionari del suo pontificato. Ed è sempre il giovane Papa, in coma da mesi, a colpire l’immaginazione all’inizio del primo episodio della seconda parte. Ed è sempre il Segretario di Stato, che si muove con decisione dietro le quinte per imbrigliare il nuovo corso degli eventi, a ordinare  l’apertura del Conclave per l’elezione del futuro Papa (rimarchevole l’accompagnamento musicale del Secondo Coro delle Lavandaie di Napoli) con la speranza di essere eletto.  Dopo l’ennesima fumata nera  l’annuncio: habemus Papam. Non sarà Voiello però a salire al soglio pontificio, ma Tommaso Viglietti.  Chi è costui? Si chiedono increduli i cardinali. Niente è scontato, sembra suggerire Sorrentino. Il potente Segretario di Stato deve ritrarsi davanti alla volontà imperscrutabile dello Spirito Santo, nel quale sono in pochi a credere dentro e fuori le mura del Vaticano. Sorrentino, lasciati i toni intimistici adatti alla caratterizzazione di un Papa incline alla meditazione e alla preghiera, frequenti gli appelli a Dio, e impermeabile aIle lusinghe della propaganda e ai modelli vincenti della comunicazione, si sposta su una realtà più variegata, complessa e contraddittoria, dove muove i primi passi il  nuovo Papa. Dopo un esordio esitante che gli fa dire tra lacrime di commozione e confusione: “E adesso cosa devo fare?” (Il riferimento è a Papa Luciani) Francesco II, questo è il nome che sceglie per sé, impone le nuove regole: riportare la Chiesa alla povertà delle origini. “Vi libererete di tutte le ricchezze e le distribuirete ai poveri”. “Ci libereremo anche dei rifugiati?” Domanda ironico Voiello. “No, di quelli no”. Non sfugge il richiamo a Bergoglio. “Apriremo le porte a tutti i migranti”. All’obiezione del Segretario di Stato, Francesco II risponde: “Non vorrete mica che il vostro Papa si adombri”. Parole emblematiche che non ammettono repliche e non disdegnano schiaffi e strattoni alla bisogna. Voiello commenta tranciante: “Un Papa che non si rende conto di essere un Papa”. Eppure la stampa lo celebra e le sinistre lo amano. “Quelle non ne hanno azzeccata una”. Dal dogma alla morbidezza del compromesso e del cedimento. Ma Voiello non può rinunciare alla missione di salvare l’istituzione della Chiesa dalla distruzione e mentre i fedeli rimpiangono il giovane Papa americano e sentono forte la sua presenza e il suo messaggio di fede, Voiello si reca in Gran Bretagna  per convincere  l’aristocratico arcivescovo John Brannox a salire al soglio pontificio dopo la morte sospetta di Francesco II. La moderazione della “Via Media” di cui Brannox è promotore servirà alla rinascita della Chiesa e della sua missione nel mondo. Realtà e irrealtà, visione e immaginazione, fatti recenti di attualità si rincorrono e si mescolano nel capolavoro di Sorrentino, il cui principale interesse è la difficoltà dell’essere umano nell’affrontare valori assoluti che vanno ben oltre le ragioni di stato, le riflessioni filosofiche e le avversità,  per concentrarsi sulla fede e sui dogmi. John Brannox dirà a Voiello: “La Chiesa non si preoccuperà dei barboni, si preoccuperà della Chiesa”. E forse, Lenny Belardo si sveglierà dal coma e risveglierà il fascino misterioso del soprannaturale, irresistibile attrazione per l’essere umano.  ritafaletti.wordpress.com         

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