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Aeroporto di Comiso, il segretario Sanzaro (Ust Cisl Ragusa Siracusa): “Mortificate le ambizioni dell’intero territorio ibleo”

“La questione che riguarda la privatizzazione della Sac di Catania è di estrema serietà soprattutto per l’aspetto che riguarda le ricadute che si avranno con la gestione dell’aeroporto di Comiso. Quali sono le prospettive? Che cosa dovranno aspettarsi da questa mossa i cittadini della provincia iblea che aspiravano legittimamente a un rilancio del Pio La Torre che, adesso, chissà come e chissà quando si potrà concretizzare? Sedersi attorno a un tavolo, ora, forse non servirà. Ma un tentativo lo dobbiamo fare. Per chiarirci le idee. E soprattutto capire a che cosa oggettivamente possa puntare questo territorio sul piano infrastrutturale”.
A dirlo è il segretario generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Paolo Sanzaro, che sviluppa un ragionamento complessivo sulla questione che più da vicino interessa l’economia del territorio. “Dando per assodato che per vedere realizzata la Ragusa-Catania passeranno chissà quanti anni – continua Sanzaro – che i lavori riguardanti l’autostrada Rosolini-Modica, nonostante la buona volontà, vanno a rilento, che per il rilancio del porto di Pozzallo è stato avviato un iter che chissà quando vedrà la luce e che il sistema ferroviario, nonostante i propositi ottimistici resta ancora ancorato alla mappatura operativa di quaranta-cinquant’anni fa, dobbiamo prendere atto che solo l’aeroporto di Comiso, in quanto funzionante, costituisce (o dovremmo dire costituiva?) una porta d’accesso dal mondo verso l’area ragusana. Ebbene, nonostante le promesse e gli annunci, quest’infrastruttura è stata depotenziata, dobbiamo capire se volutamente o per incapacità manageriale, e oggi non siamo molto lontani dalla verità se diciamo che rischia la chiusura. Al momento della sua entrata in funzione, anni addietro, c’era chi, con molta autorevolezza, si era opposto ritenendo che non avesse senso attivare un piccolo aeroporto del genere. Ci sono state però stagioni operative esaltanti che avevano fatto ricredere tutti. Oggi, a ogni modo, siamo molto preoccupati per quello che sta accadendo. E, soprattutto, preoccupati dal fatto che non si intravedono soluzioni. La privatizzazione della Sac, ancorché una mossa che garantirà il futuro dell’aeroporto di Catania, certo non depone a favore del rilancio dello scalo casmeneo. La Cisl continuerà a vigilare. Perché sul sistema infrastrutturale continuiamo a dire che non è stata concretizzata una politica articolata ma solo molta improvvisazione e approssimazione. Siamo disponibili, anche in questo caso, a fornire il nostro contributo di idee e proposte. Riteniamo che la chiusura dello scalo, così come in parte già lo è la diminuzione del traffico aereo, costituirebbe un colpo clamoroso alle ambizioni di sviluppo e di crescita di quest’area della Sicilia”.

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