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Il Comitato 100 Passi sul fango che invade Marina di Modica

Quanto sta accadendo a Marina di Modica, reiteratamente invasa dal fango, è l’esito più grave di un problema che da anni incombe sulla frazione balneare e rispetto al quale, nonostante le diverse denunce e sollecitazioni di residenti e proprietari, poco o nulla è stato fatto, fino ad oggi, dalle autorità locali.
“Nella vicenda – denuncia Antonio Ruta di Cento Passi per Modica – concorrono responsabilità a diversi livelli, sulle quali auspichiamo un pronto intervento chiarificatore della magistratura.
Sotto l’aspetto strettamente politico, invece, possiamo affermare, senza tema di smentita, che il fango di Marina di Modica rappresenta, più di ogni altra cosa, la conseguenza tangibile della totale assenza di pianificazione urbanistica, con un Piano Regolatore ancora in alto mare, che ha avvantaggiato il proliferare di interventi disorganici, e a volte incontrollati, di sfruttamento del territorio, in direzione del tutto contraria alla buona logica di uno sviluppo edilizio sostenibile.
Per questo motivo, lungi dal ritenere soddisfacenti le iniziative di chi cerca, oggi, solo di togliersi dalle spalle le conseguenze delle proprie condotte omissive, riteniamo e ribadiamo che Modica e le sue frazioni hanno bisogno di urgentissimi interventi di messa in sicurezza e, contestualmente, l’immediata adozione degli strumenti di programmazione urbanistica e di previsione e contenimento dei rischi idrogeologici (ricordiamo anche i rischi connessi, da un lato, alla cementificazione selvaggia e, dall’altro lato, allo stato attuale de tre alvei cittadini).
Ciò detto, cogliamo, anche in questa situazione difficile, l’opportunità di cambiare radicalmente il nostro approccio verso l’ambiente in cui viviamo e, quindi, la possibilità concreta di inserire la pianificazione urbanistica in un più ampio processo di riduzione carbonica, divenuta quest’ultima una priorità sia a livello locale che globale.
Tutto questo, però, va fatto concretamente e in tempi rapidissimi, perché le parole “stanno a zero” e il conto carissimo degli errori passati è già sotto i nostri occhi”.

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