
Le alleanze si sa, sono sempre frutto di convenienze e tornacontismi. Non esistono vie di mezzo. Chi si allea con qualcuno lo fa certamente o per bisogno di aiuto in assoluto, o per trarne vantaggio personale, pur sapendo molte volte, di dover cedere parte o quota di qualcosa in ballo. Quest’ultima alleanza fra PD e M5S, e sono concordi in molti, è stata abbastanza avventata e certamente poco organizzata. Gli elettori non hanno gradito modalità e tempi. L’italiano medio non gradisce il sistema “scendo da questo cavallo e salgo su questo mulo, ma sempre in sella resto….”. L’Umbria è una piccola regione, ma questa elezione, è stata un test disastroso. Certamente, se non si fosse trattato di una regione a forte componente di sinistra ( storicamente definita una “regione rossa”), le proporzioni delle percentuali sarebbero state ancora più catastrofiche. In realtà, abbiamo voluto citare Caporetto , perché quella tragica sconfitta di oltre 100 anni fa che costò la vita di quasi 12.000 italiani (accadde proprio il 24 ottobre del 1917) , fu certamente imputabile ad una serie di situazioni ed errori evitabili , ma principalmente ad una mancanza assoluta di strategia difensiva da parte dell’alto comando italiano. Anche all’epoca, uno su tutti, fu additato quale responsabile : il generale Cadorna. Strana analogia della storia e di nomi di persona, Cadorna di nome Luigi. Esattamente come il nome dell’altro Luigi, si, proprio lui: il capo politico dei MS5, che domani ( oggi per chi legge) sarà sulle pagine di tutti i giornali come eroe indiscusso del “disastro umbro”. Il politico partenopeo infatti è colui che scendendo dal cavallo ha provato a salire sul mulo, un equino forte ma certamente meno nobile e chiaramente da qualche tempo, sempre più azzoppato. Il Pd infatti, dilaniato da terrificanti lotte intestine e diviso (volutamente) dalla componente renziana, ha accettato di “rientrare in gioco” ( gli accordi pd-M5S erano però già in piedi, mentre Gigetto e Matteuccio andavano a pranzo insieme a P.zza Colonna) senza colpo ferire, anzi dettando alcune condizioni del gioco. Poltrone o non, i due partiti si sono trovati di fronte ad uno scoglio insormontabile come la “Finanziaria 2020”. Il parto è stato travagliatissimo e fortemente distocico, lo abbiamo visto tutti. Lo hanno visto pure gli elettori dell’Umbria a quanto pare. Le percentuali parlano da sole. Salvini fa il pieno, la Meloni lo segue, Forza Italia sale sul carro ( ma serve , eccome……), in una regione dove ( fino a 5 anni fa, la Lega era certamente il partito più odiato d’Italia). Adesso il trend diventa negativamente in salita. Si preparano altre elezioni ( imminenti in Emilia Romagna e Calabria) e a nostro modesto giudizio, si preparano altre sonore sconfitte per i “rosso –gialli ” ( da bianconero evito sempre il “giallo-rosso” per rispetto dell’ ex avversaria calcistica dei tempi d’oro: la Roma). Oramai è una corsa inarrestabile, una corsa che proietterà, secondo sondaggi, il Centro Destra verso il governo di questo Paese. La pagina del “rinnovamento sconvolgente grillino“ ( in realtà mai visto), sembra proprio al crepuscolo. Dopo il Pd, non ci sono alleati con cui condividere percorsi, il voto di protesta pentastellato sostenuto da milioni d’italiani alcuni mesi prima, adesso si muove in altre direzioni “ più abitualmente politiche ”. L’italiano si sa, è tradizionalmente legato alla propria storia. I partiti politici ( vecchi e nuovi), anche trasformati nei nomi e nelle alchimie di rimescolamenti trasversali, rimangono alla fine, come le fiabe per i bambini, sempre ancorati nel profondo del loro cuore. Alla fine, gli Italiani si lamenteranno di tutto, ma preferiscono poi sempre gli stessi, cioè sempre “quelli” che da 70 anni ad oggi, fanno sempre gli stessi ragionamenti e parlano sempre delle stesse cose: lavoro, giustizia, sanità, equità sociale e libertà. I CinqueStelle sono stati una scommessa, un movimento nato dalla protesta popolare e che era arrivato quasi al 40 per cento. Adesso, grazie ad una serie di imperdonabili e fatali errori politici, sembrano inevitabilmente sulla strada del disarmo. Certo, resteranno gli irriducibili ( come in ogni cosa), ma il grosso della massa è già uscito dalla dinamica del “movimento” . La base non ha gradito la trasformazione del “ movimento in partito”. La sintesi in ogni intervista o sui social è che un “movimento anti casta” non può diventare un “partito di casta”. Questa è stato praticamente il consacramento di una fine quasi annunciata….., lo sfrangiamento del “movimento stesso”. Così in Umbria i voti pentastellati si sono dimezzati, quelli del PD in fondo, hanno “retto l’impatto” . Zingaretti è stato onesto:”sconfitta schiacciante”. Un fronte di difesa, un’alleanza che, come a Caporetto, non ha retto affatto la potente offensiva dell’alleanza destrista. Adesso , si presenteranno inevitabilmente come macigni, una serie di problematiche. L’Europa prima di ogni cosa, che aveva additato Salvini & Co, come il problema di tutto, dalla visione estremista e sovranista forzata ( termine appioppato costantemente da tutti gli europeisti al leader leghista ), alle accuse continue di nazionalismo estremista intriso di “ razzismo anti-migranti”, come si comporterà davanti ad una prima bocciatura popolar- nazionale in Umbria? L’Europa dei ” governi forti e risoluti ” , delle grandi banche ( antitaliche e filo germaniche) che aveva appoggiato la nascita del fronte PD-M5S (vedasi Gentiloni ), definendolo in pratica “l’unico fronte di sbarramento ” al preoccupante dilagare dell “anti-destrorso sovranismo” , come reagirà di fronte a questa nuova e chiara indicazione elettorale? E se questo Governo Conte bis sostenuto dell’ armata PD-M5S, dovesse ruzzolare giù dal burrone della penisola ( ricordate Attilio Regolo ? ) , dentro la “ botte piena di chiodi delle prossime elezioni regionali “ che succederebbe? E’ notizia di oggi ( riportata dal Financial Time di Londra) che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, poco prima di assumere l’incarico di Premier in Italia, avrebbe svolto un lavoro legale per un consorzio del settore delle telecomunicazioni, collegato ad un fondo di investimento internazionale sostenuto (e poi indagato) dal Vaticano . Tale fondo oggi è al centro di un’inchiesta di corruzione finanziaria internazionale. Vero, il fatto si è verificato prima dell’incarico, ma in ogni caso, qualora fosse confermata la notizia, è una situazione grave che macchia seriamente “ l’animo nobile ed immacolato” che il Presidente del Consiglio sbandiera fieramente ad ogni occasione anche “non politica”. Ci saranno ripercussioni anche su questo punto, proprio a ridosso di una sconfitta elettorale a cui ha partecipato lo stesso premier da protagonista di parte in prima linea. Intanto Salvini , Meloni e Berlusconi si godono la vittoria, raccolgono firme ( da domani sempre più) e preparano emendamenti a leggi , promettendo battaglie all’ultimo sangue in Parlamento. In una Repubblica democratica il potere si sa, è del popolo, e la maggioranza del popolo pare voglia cambiare rotta e governanti, almeno così sembra. Vedremo il seguito di questa eterna telenovela italiana. In ogni caso decideranno tutto, l’evolversi degli eventi e la saggezza indiscussa (dicunt) del Presidente Mattarella. Noi non ci muoveremo dalla trincea del giornalismo super-partes……. Caporetto docet.