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Vicenda giudiziaria a Ragusa. La controreplica di D’Asta e Chiavola al Sindaco Cassì

“Crediamo che il sindaco dovrebbe giocare un poco meno con le parole, soprattutto quando si parla di fatti di sostanza che riguardano il nostro Comune (e una vicenda giudiziaria che interessa vari settori dell’ente riteniamo sia tra queste) e pensare, piuttosto, a spiegare come stanno le cose, invece di lasciarsi andare a manovre di timido ed insufficiente giustificazionismo che non gli riescono bene”. Così i consiglieri comunali del Pd Mario Chiavola e Mario D’Asta controreplicano al primo cittadino di Ragusa dopo la sollecitazione a riferire in aula, sul piano politico, che cosa stia accadendo a palazzo dell’Aquila dopo l’intervento della magistratura. “Il sindaco – evidenziano i due consiglieri dem – da quello che dice fa finta di non capire. E’ fin troppo evidente che quando parliamo di “immobilismo” ci riferiamo all’atteggiamento tenuto sulla questione dalla sua amministrazione che ha il dovere di riferire in aula, lo ribadiamo, con maggiore compiutezza di quanto non abbia fatto finora. Settore per settore, servizio per servizio: cosa è successo? Mentre quando facciamo cenno a “strani movimenti” sono quelli che stanno caratterizzando, in queste ultime settimane, i passaggi di personale da un settore all’altro. Quindi quale sarebbe la contraddizione lampante contenuta nella nostra nota? Il sindaco, forse, farebbe bene a leggere più approfonditamente le prese di posizione dell’opposizione piuttosto che lasciarsi andare a interpretazioni di massima non condivisibili”.
“Per quanto riguarda il riferimento alla speculazione di quella che il primo cittadino definisce certa politica – continuano i due rappresentanti del Pd – rispediamo al mittente ogni insinuazione. Caro sindaco, noi agiamo per conto della città e dei cittadini. E se in città c’è un Comune che fa i conti con alcune inchieste giudiziarie che interessano alcuni settori dell’ente, è chiaro che pretendiamo dal capo politico di questa amministrazione dei chiarimenti specifici e delle risposte rassicuranti. Il sindaco sembra non avere chiari i concetti da noi esposti, senza tirare in ballo i limiti imposti dalla legge che conosciamo benissimo. Una cosa è la questione giudiziaria in se stessa, per la quale si impone la massima prudenza e di cui attendiamo gli sviluppi, un’altra è la problematica politica derivante dalla questione giudiziaria stessa rispetto a cui il primo cittadino non può fare spallucce ma è chiamato a fornire chiarimenti alla città. Come intende gestire gli uffici interessati dalla vicenda giudiziaria? Che ripercussioni si rischia di avere in quei settori? L’attività sta proseguendo regolarmente oppure è bloccata? E se la stessa sta proseguendo, in che modo? Con i funzionari e i dirigenti indagati oppure con altri che li sostituiscono? Poche e semplici domande ma che forniscono esattamente il senso di ciò che i ragusani si aspettano di sentir dire da lei. Attendiamo che qualcosa accada nel corso della prossima seduta del Consiglio comunale”.

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