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Fondi per l’installazione della videosorveglianza, cosa cambierà in Sicilia

Il nuovo caso di maltrattamenti in un asilo nido di Brescia rimette al centro dell’attenzione il dibattito sulle telecamere in asili nido e altri centri dedicati alla popolazione vulnerabile. La Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, ha dato il via libera al nuovo emendamento istituito con il decreto “Sblocca Cantieri” che ne prevede l’obbligatorietà, ma il Garante per la privacy non ha la stessa opinione e, ricordando limiti e paletti per tutelare la privacy, raffredda l’entusiasmo del governo.

Per Filomena Albano, “Il fine è la tutela dell’interesse supremo dei minori, che è superiore a tutti gli altri, con un bilanciamento tra la loro sicurezza e la loro riservatezza”. Nonostante ciò, la Garante è ben consapevole che non sarà possibile controllare tutto, visto che sempre esisteranno angoli bui e spazi inaccessibili, e che la visualizzazione di ciò che viene registrato tramite controllo video svolge un ruolo chiave solo dopo una denuncia, cosa non facile da ottenere. Inoltre, riconosce il valore della prevenzione, visto che non basta vigilare, ma bisogna fornire una adeguata formazione agli addetti al settore, da tener viva con continui ed idonei corsi di aggiornamento, per innalzare gli standard di qualità e rafforzare il patto di fiducia tra famiglie e scuola.

Opinione condivisa dal Garante per la privacy, Antonello Soro, che sottolinea come le scorciatoie tecnologiche non possano risolvere questo tipo di problema, indirizzato a punire e non a prevenire il reato di maltrattamento senza tenere in considerazione proporzionalità e ragionevolezza. Principi non compatibili con la raccolta generalizzata, indifferenziata e massiva di immagini. In particolare, sottolinea che questo tipo di intervento non può essere la sola ed esclusiva risposta a problemi così complessi, opinione condivisa anche da molti pedagogisti, che sottolineano anche come le videocamere finiscono per falsare la relazione tra insegnante e bambini, e tra insegnanti e genitori.

Anche in Sicilia, molte persone, colpite dall’allarme sicurezza lanciato dal governo, stanno già procedendo ad installare sistemi idonei di videosorveglianza a livello domestico, complice ormai la facilità con cui si possono trovare dispositivi come un invisibile microfono spia elettronico per utilizzo privato, sia online che in negozi fisici.

In Sicilia, il governo avrebbe già predisposto i fondi da dedicare all’installazione di telecamere in strutture dedicate alle categorie previste, in modo particolare bambini in età prescolare, anziani e persone con disabilità. Gli importi fanno parte della somma prevista dal governo nazionale per accrescere i livelli di sicurezza sul territorio.

In particolare, le provincie di Messina, Agrigento e Catania saranno quelle con più fondi a disposizione, con 513 mila euro, 274 mila euro e 661 mila euro rispettivamente. Nelle altre, le cifre previste sono molto minori: 60 mila euro per Caltanissetta, 58 mila per Enna e 105 mila per Siracusa.

A livello nazionale, il ministero dell’Interno ha previsto una dotazione di 5 milioni per il 2019 e 15 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024, da concedere a livello comunale per l’installazione di videosorveglianza in scuole per l’infanzia. Altrettanti fondi verranno stanziati per fornire gli stessi strumenti alle strutture sociosanitarie e socio-assistenziali per le case di cura per i disabili e di riposo per gli anziani, sia residenziali, che semiresidenziali o diurne.

Si tratta di un tema dibattuto e molto richiesto già da tempo, non solo fra la popolazione, ma anche in sede istituzionale. Una conclusione semplice indolore per il momento non esiste, visto che comporta una grande intromissione alla privacy delle persone coinvolte.

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