
Il numero di esseri umani su questo pianeta è decisamente irrisorio se comparato al numero di batteri che risiedono all’interno di un singolo essere umano. Solo all’interno del nostro intestino crasso infatti, risiedono addirittura oltre 100 trilioni di microrganismi che vanno a costituire quella che è il cosiddetto microbiota intestinale. E non si parla dei tanto temuti batteri che risultano dannosi, ma di organismi capaci di farci del bene.
Questi minuscoli organismi formano l’ecosistema microbico all’interno del nostro intestino e sono in grado di influenzare negativamente o positivamente la nostra salute, sia fisica che mentale. Se questo ecosistema viene danneggiato in qualche modo, possono insorgere problematiche pericolose per la nostra salute, come l’obesità, la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2 e addirittura alcune malattie mentali.
Un progetto finanziato dall’Unione Europea e denominato MyNewGut sta tentando di tracciare una strada chiara nella spiegazione di come funziona il sistema del microbiota.
In particolare si cerca di scoprire quale sia il suo ruolo, quali siano i suoi componenti e quali le funzioni che possono portare all’obesità e ad altri disturbi alimentari. Si indaga anche su come i fattori ambientali possano influenzare il microbiota e quale sia il suo impatto sulla salute a lungo termine del cervello umano.
L’idea principale è quella di essere in grado di trovare dei nuovi alimenti in grado di influenzare positivamente l’ecosistema intestinale, così da ridurre sensibilmente tutti i rischi di eventuali disturbi metabolici o addirittura mentali. Attraverso alcuni esperimenti in vitro, su animali e addirittura su esseri umani, si è arrivati a delle conclusioni che sembrerebbero essere piuttosto promettenti.
Ci sono effettivamente batteri intestinali che sono in grado di combattere sia l’obesità che altri disturbi, come quelli mentali. Riuscendo a manipolare a piacimento il 90% dei microrganismi presenti all’interno dell’intestino, il Progetto MyNewGut è in grado di combattere efficacemente l’obesità e altre malattie metaboliche che vanno ad incidere anche sull’umore. Si è in grado addirittura di agire in modo positivo su quella che è la percezione dello stress, migliorare la qualità del sonno e anche ciò che riguarda il rilascio di cortisolo, che è molto importante per contrastare le infiammazioni.
La dieta è uno dei fattori principali attraverso il quale si può influenzare l’ecosistema intestinale. Ad esempio una dieta particolarmente ricca di grassi trans, potrà danneggiare il microbiota, mentre una dieta ricca di acidi grassi polinsaturi omega 3 o omega 6 non sembrerebbe influenzare in modo negativo il microbiota. Vengono accolte in maniera decisamente positiva invece le fibre alimentari, perché svolgono un ruolo davvero importante, visto che danno da mangiare ai batteri. Le fibre inoltre aiutano inoltre a proteggere le cellule che rivestono il nostro intestino e sono in grado di ridurre i carboidrati che possono generare delle infiammazioni. Infine, secondo quanto riportato da ABCINTEGRATORI, un buon apporto di probiotici e di prebiotici possono arricchire il patrimonio del microbiota, rinforzandolo sia in quantità che in varietà.
Un’ulteriore prova che una dieta povera di fibre, con invece un eccesso di carboidrati raffinati e grassi non sani, può portare, oltre alla già citata obesità, anche ad una serie di comportamenti di tipo depressivo.
I risultati della ricerca di MyNewGut ha quindi dimostrato che l’intestino ha una propria “mente” e che ulteriori studi in questo senso andrebbero sviluppati per agire in modo efficace per quanto riguarda la riduzione o l’eliminazione di problemi che si sono acuiti negli ultimi anni, come l’obesità, disturbi comportamentali o problematiche di natura fisica o mentale legate al consumo di cibo.