
Le segreterie generali di Cisl Fp e Fp Cgil hanno trasmesso una diffida all’amministrazione comunale di Comiso per denunciare la mancata corresponsione di diverse indennità al personale dipendente e la violazione di precisi impegni assunti tra le parti. “Lo scorso 12 marzo – spiegano in una nota il segretario territoriale Cisl Fp, Antonio Nicosia, e il segretario generale Fp Cgil, Nunzio Fernandez – fu deciso, in delegazione trattante, che entro il 30 aprile doveva essere approvato il nuovo Contratto collettivo decentrato integrativo e che, fino a quella data, le varie indennità andavano corrisposte secondo le regole vigenti. Solo chiacchiere, a quanto pare, giacché al momento non si è ancora vagliato, nella sua interezza, il nuovo contratto aziendale e, circostanza ancora più grave, i responsabili di posizione organizzativa hanno bloccato il pagamento del salario accessorio, creando non poche difficoltà a tutti i dipendenti”. I sindacalisti non ci stanno. E parlano di “un comportamento inaccettabile e per alcuni versi sprezzante se si considera soprattutto il fatto – aggiungono – che i titolari di posizione organizzativa, i cosiddetti dirigenti, a quanto pare, avrebbero regolarmente percepito l’indennità di posizione. Per loro, a quanto ci risulta, nessuna sospensione, in barba al nuovo sistema di valutazione e pesatura, ancora da approvare, nonostante il termine ultimo sia spirato il 21 maggio scorso. E sembra che tale indennità sia stata elargita al massimo. Se così stanno le cose, e ci si augura che non sia così, non vi è dubbio che si sta agendo in dispregio delle norme contrattuali. Per questo motivo, e soprattutto per fare chiarezza e allontanare ogni dubbio, invitiamo i revisori dei conti a verificare come stanno davvero le cose”. Cisl e Cgil proseguono affermando che “qualcuno oggi vuol fare ricadere la responsabilità per il blocco del salario accessorio sulle organizzazioni sindacali. Niente di più falso. La parte pubblica ha avuto a disposizione ben due mesi e mezzo per evitare questa situazione d’impasse. Ma, in pratica, non ha fatto niente. Ha solo pensato a tutelarsi in barba alla categoria. A questo punto – precisano ancora i sindacati – chiediamo che si proceda con assoluta tempestività e comunque entro pochi giorni a pagare il dovuto ai dipendenti. Rimane impregiudicata ogni altra azione a difesa della legittimità degli atti e dei diritti dei lavoratori”.