I toni trionfalistici usati da Abbate alla vigilia della discussione in Consiglio Comunale sul bilancio preventivo 2019 cercano di dimostrare che la proposta della sua Amministrazione sarebbe in linea con il piano di risanamento del Comune. Lo sostiene Vito D’Antona, ex consigliere comunale ed esponente di Sinistra Italiana, secondo il quale basterebbe “un raffronto veloce con qualche dato contenuto nell’ultimo consuntivo approvato, quello del 2017, e una maggiore attenzione su certe previsioni inserite nella proposta e, soprattutto l’ormai costante ritardo nei pagamenti ai fornitori, dalla Servizi per Modica alla ditta appaltatrice della raccolta dei rifiuti, i cui lavoratori, con le loro azioni, ci ricordano come siamo lontani ancora da un comune che possa definirsi “normale”, per rendersi conto che le cause fondamentali della situazione finanziaria che ci hanno costretto ad un piano di riequilibrio ancora non definitivamente approvato, non sono state neanche lontanamente risolte.
“Quando la Corte dei Conti ci mette di fronte ad una situazione fortemente critica del nostro comune – dice D’Antona – tra gli elementi segnalati come di maggiore criticità vi è l’entità del ricorso all’anticipazione di cassa, che nel 2012, quando fu adottato il piano di riequilibrio, era di circa nove milioni l’anno.
Ebbene, oggi la proposta di Abbate prevede per il 2019 un’anticipazione di ventisette milioni di euro, cioè per tre volte il dato che la Corte dei Conti vorrebbe sia fortemente ridimensionato, dopo che alla fine del 2017 l’anticipazione concessa e non restituita a quella data era di Euro 17.129.076,45 su un importo utilizzato al limite massimo consentito.
Altro elemento di forte criticità rimane l’enorme mole dei residui attivi, i crediti che il Comune vanta nei confronti dei cittadini, dalla Tasi, alla Tari, al consumo dell’acqua, somme per le quali non vi è mai stata una forte azione di contrasto all’evasione, al di fuori della propaganda”.
