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Caltagirone. Due mostre per ripensare il paradigma del Femminile. Presenti anche le modicane Ilde Barone e Alessia Scarso

Il Museo Diocesano di Caltagirone, sotto la Direttore Don Fabio Raimondi e con la curatela di Elisabeth Occhipinti e Mario Luca Testa, ospiterà due mostre, una personale e una collettiva nel desiderio di offrire una visione articolata della varietà e complessità del paradigma femminile.

PLENITUDO
Riflessione della pittrice Valeria Patrizi attorno al potenziale creativo riservato alle donne: quello di essere madri. Una riflessione condotta attraverso la trasposizione pittorica di alcune delle figure femminili più emblematiche della storia: sono figure la cui maternità ci parla di storie d’amore lontane e di grandezza; il loro riaffiorare dalle tele grezze e macchiate evoca l’idea di voler slegare l’immaginazione da vincoli prestabiliti e offrire la possibilità di poter scoprire la propria verità in ogni opera. Ogni tela rivela la dedizione e il coraggio di essere madri universali, è frammento silenzioso dell’essenza dell’artista, espressione della complessità dei suoi desideri e delle sue intenzioni, tra l’essere e il voler essere.

EUMENIDI
Coro polifonico di 7 artiste coinvolte nel progetto della Kromato Edizioni e chiamate al ruolo di coreute: Ilde Barone, Mavie Cartia, Khadra Yusuf, Miriam Pace, Alessia Scarso, Manuela Vargetto e Luciana Perego. Chiamate a riflettere attorno ai temi della discriminazione delle donne nel lavoro, nel welfare, nelle relazioni, sino a spingere la narrazione nei meandri della violenza di genere, attraverso le loro opere e le loro riflessioni – raccolte in una video-intervista curata da Gxlab – è stata avviata una narrazione capace di sollecitare un proficuo interrogarsi e di sollevare una comune richiesta di risoluzione alle problematiche indagate. A venire espressa è l’essenza archetipica di maschile e femminile, che è parte integrante del nostro Sè e prescinde dal nostro essere uomini o donne. Lo spazio artistico, inteso come spazio interiore, è spazio sacro, di contatto e di nutrimento. Luogo libero dai condizionamenti, anche culturali, in cui si annullano tutte le differenze ed è possibile vedere emergere il nudo essere umano. Il tipo di rappresentazione che ne verrà, dipenderà dalle singole sensibilità, indipendentemente dall’essere uomini o donne. Per questo, lo spazio dell’arte, viene suggerito a chiunque come pratica privilegiata in cui ritrovare il contatto con se stessi.

Inoltre,“Materia Viva”, opera omaggio alla Tenda di Carla Accardi, accompagnerà la mostra, coinvolgendo lo spettatore partecipe grazie alla sua performatività che pone immediatamente dentro la problematicità della situazione: quella di uno spazio intimo e separato, ma aperto alla socialità e alla relazione, alla “viabilità” e alla contaminazione. Un invito allo spettatore a divenire protagonista della propria vita, a relazionarsi con il mondo portando il proprio segno e accogliendo i segni del mondo.

Le Mostre verranno inaugurate domenica 22 luglio e saranno visitabili sino al 28 ottobre 2018.

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