
Salvare il Duomo di San Giorgio dal rischio crolli. Con questo intento il modicano Giuseppe La Monica si è speso in una raccolta firme che ha raggiunto quota 7.300 al fine di avere “un piano di salvaguardia e restauro del Duomo di San Giorgio per evitare che autodistrugga per incuria e mancata manutenzione”. Nel progetto di Giuseppe La Monica rientra anche la lettera inviata al sovrintendente ai beni culturali ed ambientali di Ragusa, Calogero Rizzuto, al quale chiede una attenzione particolare “alla cupola della cappella di San Giorgio” ed allo stato di umidità che pervade quasi tutto il Duomo. Stato di umidità che, secondo quanto sottolinea Giuseppe La Monica nella sua lettera, sarebbe stato rilevato “dalla perizia effettuata dall’ingegnere professore Michele Colonna e realizzata con strumenti quali i raggi infrarossi ed l’igrometro nel mese di giugno del giugno del 2016. Inoltre lo stesso promotore della petizione parla dell’esistenza “di un progetto redatto dalla ditta specializzata Wall e Wall di Lugano per il prosciugamento dell’umidità grazie al montaggio del dispositivo Biodrj. Spero che si intervenga – è uno stralcio della lettera inviata al sovrintendente Rizzuto – sullo stato di umidità perchè se l’intervento non è fatto a regola d’arte può provocare danni irreparabili all’intera struttura”. Intanto la Sovrintendenza ai beni culturali ed ambientali ha già redatto una perizia, chiedendo i finanziamenti all’Assessorato regionale ai beni culturali, per intervenire a rimuovere tutte le criticità riscontrate nel corso del sopralluogo che si è tenuto nelle settimane scorse allorquando si è registrato il cedimento di stucchi nel transetto destro del Duomo di San Giorgio, uno dei gioielli del barocco netino.