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Meloni corre, la sinistra inciampa…l’opinione di Rita Faletti

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Le opposizioni avevano previsto per il governo Meloni una durata di sei mesi e si erano accomodati in attesa che il vaticinio si inverasse. Farà disastri, si dicevano gongolando, pronti ad intervenire per rimettere le cose in ordine. A tre anni dall’insediamento, Giorgia Meloni e la sua coalizione hanno un consenso che ha dell’eccezionale: dal 43,8 per cento del 2022 al 46 per cento di oggi. Il motivo, ancora più sorprendente per le forze, si fa per dire, di opposizione, è che il governo che doveva combinarne di tutti i colori nei pochi mesi a disposizione, ha superato la durata di molti governi senza meriti ma trattati con più magnanimità. I pregiudizi nei confronti dell’eredità politica della presidente del Consiglio, le promesse improbabili fatte quando era all’opposizione, non predisponevano all’ottimismo. I fatti hanno dimostrato invece che Giorgia Meloni, una volta al governo del Paese, ha preferito guardare in faccia la realtà e agire di conseguenza. Sui temi importanti, la guerra in Ucraina e in Medio oriente, ha mantenuto una posizione coerente e condivisibile, dimostrando di avere le idee chiare su cosa significhino parole come democrazia e libertà. Ha insistito sull’importanza dei rapporti con gli Stati Uniti, indipendentemente da chi sia alla casa Bianca, e la necessità di tenere unito l’Occidente per combattere le minacce delle autocrazie e del terrorismo. In economia, il suo governo ha tenuto i conti pubblici sotto controllo, ha disincentivato le persone ad andare in pensione neutralizzando la volontà di Salvini di fare il contrario, ha messo un argine all’emorragia di denaro pubblico cercando di rimediare al flagello del Superbonus edilizio e del demenziale Rdc, tuttora sfacciatamente difesi dai loro promotori nel silenzio complice dei progressisti. L’Italia è oggi un Paese politicamente stabile e affidabile, con i conti in ordine, apprezzato dagli investitori stranieri e dalla stampa estera che conta. Cose insopportabili per una sinistra nel caos, che per fini elettorali e di potere ha ceduto al populismo. Meloni ha invertito la rotta, sfidando chi pretende soluzioni facili a proprio vantaggio contro gli interessi del Paese e ha vinto, dimostrando che lisciare il pelo alle folle non paga. Gli italiani l’hanno capito e la sostengono. Il motivo è legato anche all’evidenza: la premier ha intrapreso un percorso di equilibrio privilegiando posizioni centriste che ha sottratto al centro sinistra, diventato sinistra-sinistra dacché la segretaria Pd si è data all’inseguimento dell’inseparabile coppia Bon-Frat, guardi uno e vedi l’altro, la versione nostrana dei fratelli siamesi Chang e Eng Bunker, e di Conte, il commediante, il capo dei 5s, il più furbo e civilizzato del movimento, il più etereo e mobile quando opportunità chiama. Urlatore in Parlamento contro Meloni, affabile e con pochette in piazza circondato da cronisti e fan. Una sinistra da circolo Barnum in cui non può mancare il sindacalista dei sindacalisti, il Landini, l’uomo della “rivolta sociale” e dell’appellativo “cortigiana” riferito a Meloni. Si può capire, non è tenuto a conoscere l’italiano a menadito, quello è affare degli insegnanti di materia, quelli più esperti, non credo volesse dare di meretrice alla premier. Si è solo lasciato prendere dalla foga, dopo tanti scioperi e manifestazioni, bandiere e barchette. Sulla scia di Landini si esibisce la grillina Maiorino, nell’emiciclo di sinistra dell’aula del parlamento, palcoscenico dove tutto avviene e tutto si tiene nella più totale sgangheratezza. La signora si lancia contro la premier con uno straordinario “Cheerleader di Trump, tenga la schiena dritta!”, che dà la misura del livello di autocoscienza suo e del suo partito, che accusa il governo Meloni di uccidere la libertà di stampa e attentare alla vita dei giornalisti, dimenticando cosa usciva dalla bocca di Grillo. Una chicca per tutte: “Vi mangerei solo per vomitarvi”. Non bastando gli attacchi in patria contro il governo “fascista”, Schlein è volata in Olanda per raccontare ai colleghi del Partito socialista che in Italia sono a rischio la libertà e la democrazia “con questi governi di estrema destra”. Personaggi di un campo che più che allargarsi per vincere, dovrebbe sminarsi, e dopo accurata selezione restringersi. Con questa sinistra impalatabile, il governo può stare tranquillo fino al 2027 e forse qualche anno ancora.

 

 

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