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L’Aeroporto di Comiso dimenticato, l’accusa del Comitato: “Federalberghi Ragusa difende interessi esterni”

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Ragusa, 7 agosto 2025 – Un duro attacco è stato lanciato dal Comitato a Difesa e Sviluppo dell’Aeroporto degli Iblei contro la gestione dell’aeroporto di Comiso e la presunta inerzia di Federalberghi Ragusa. In un comunicato stampa diffuso oggi, il Comitato denuncia un palese squilibrio nella gestione aeroportuale della Sicilia orientale, puntando il dito contro la doppia regia tra Comiso e Catania, entrambe sotto il controllo della SAC.
Al centro della polemica c’è la figura di Rosario Dibennardo, presidente di Federalberghi Ragusa e, allo stesso tempo, con un ruolo di primo piano nella società di gestione SAC, che controlla i due scali. Secondo il Comitato, questa duplice carica rappresenta un conflitto di interessi che penalizza lo sviluppo turistico della provincia di Ragusa. L’accusa è chiara: la regia di SAC, di cui Dibennardo fa parte, starebbe tenendo Comiso in una situazione di “immobilismo sospetto, se non dannoso”, favorendo invece lo scalo di Catania.
“Un calo a doppia cifra delle presenze turistiche”
Il Comitato sottolinea come i numeri parlino chiaro: un calo a doppia cifra delle presenze turistiche nella provincia di Ragusa, mentre i voli su Catania continuano a crescere, riempiendo gli hotel da Siracusa in su. “La porta d’ingresso naturale per il turismo nel sud-est resta chiusa o socchiusa”, si legge nel comunicato. Viene evidenziato il paradosso per cui, nonostante Comiso abbia tutte le carte in regola per diventare un hub strategico, si assiste a una totale inazione.
Il Comitato si rivolge direttamente agli albergatori associati a Federalberghi Ragusa, chiedendo se siano soddisfatti di una presidenza che, a loro avviso, non difende gli interessi del territorio ma “protegge equilibri politici e strategici esterni”. Viene lanciato un appello anche agli amministratori locali, invitandoli a pretendere, con una voce unita, lo sviluppo che l’aeroporto di Comiso merita.
Il comunicato si conclude con una richiesta esplicita di risposte e un invito a rompere il silenzio, definendo la situazione un “paradosso tutto siciliano” in cui chi dovrebbe battersi per il turismo sembra “più interessato a mantenerlo lontano”. La vicenda riaccende il dibattito sul futuro dell’aeroporto di Comiso e sulle strategie turistiche per il sud-est siciliano.

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