
Vittoria- Gli agenti del Commissariato di polizia di Vittoria hanno stretto il cerchio attorno a quello che ritengono essere l’autore dell’incendio doloso che ha scosso via Pippo Longobardo lo scorso 6 aprile. Le fiamme, divampate all’altezza del civico 33, proprio di fronte all’area fieristica Emaia, avevano completamente distrutto una Fiat Punto parcheggiata, lasciando dietro di sé una scia di danni e preoccupazione.
A finire in manette, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Ragusa, è Invano Infarinato, un vittoriese di 49 anni. L’uomo è il cognato della proprietaria dell’auto data alle fiamme.
Durante l’interrogatorio di garanzia, svoltosi alla presenza del suo legale, l’avvocato Santino Garufi, l’indagato ha fermamente dichiarato la propria innocenza, sostenendo di poterlo dimostrare.
Le indagini della polizia di Stato, giunta tempestivamente sul luogo dell’incendio, hanno trovato un elemento di svolta cruciale nelle immagini registrate dai sistemi di telesorveglianza presenti nella zona. I filmati avrebbero immortalato chiaramente la figura di un uomo che si avvicina alla Fiat Punto con fare sospetto, per poi armeggiare nei pressi della vettura. Pochi istanti dopo, la stessa figura si allontana rapidamente, e subito dopo l’auto viene avvolta dalle fiamme.
L’incendio ha propagato rapidamente calore e fumo, causando danni ingenti non solo alla Fiat Punto, ridotta a un ammasso di lamiere annerite, ma anche alla porta d’ingresso di un vicino immobile, la cui saracinesca si è deformata e la facciata è rimasta annerita.
Le indagini serrate della polizia hanno portato la Procura di Ragusa a richiedere l’arresto del 49enne lo scorso 24 aprile. Al termine dell’interrogatorio di garanzia, la difesa di Infarinato ha immediatamente chiesto la revoca della misura cautelare. Il Gip si è riservato la decisione, intendendo acquisire предварительно il parere del Pubblico Ministero.
Invano Infarinato ora si trova ad affrontare la grave accusa di incendio doloso, mentre le indagini proseguono per fare piena luce sui motivi che avrebbero portato al gesto.