
È composto da due commi e si occupa della tutela del risparmio. È una norma programmatica che si limita a riconoscere il risparmio come questione di interesse pubblico, prima ancora che di natura privata, e in quanto tale degna di una particolare salvaguardia da parte dell’ordinamento.
Il primo comma dell’articolo in esame prevede: “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”. L’Italia è da sempre uno Stato di risparmiatori. Ragioni sia storiche che sociali hanno trascinato il nostro popolo a non riporre troppa fiducia sugli investimenti ed a tenere sempre da parte un “gruzzoletto” da cui attingere nel caso in cui il futuro celi brutte sorprese. Per questo, la nostra Costituzione incita, sia i singoli che le famiglie al risparmio, in tutte le sue forme. “Incoraggia” il risparmio, spronando i cittadini a riservare un fondo per eventuali esigenze future e lo “tutela” cercando di metterli al riparo da speculatori ed affaristi spregiudicati.
Nel tempo, è anche cambiato il rapporto dei consociati con il denaro. Dapprima si tendeva a custodire i contanti in casa, forse per la poca fiducia riposta negli istituti di credito, ad oggi in cui vi è un maggiore affidamento nei confronti delle banche, nonostante le varie crisi economiche che hanno colpito l’Occidente negli ultimi decenni. I “Padri Costituenti”, grazie alla loro lungimiranza, hanno ritenuto necessario un coordinamento ed un controllo nei riguardi degli istituti di credito, svolto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dal Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio e dalla Banca d’Italia (ruolo ridimensionato, a seguito dell’unione monetaria, in cui tale mansione è stata affidata alla Banca Centrale Europea). Tutto ciò è stato voluto per costituire standard minimi di tutela che uniformano il settore bancario a vantaggio degli utenti finali, vale a dire i risparmiatori.
“Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”. Il secondo comma, dell’art. 47 Cost., salvaguardia il diritto di ogni cittadino ad un tenore di vita adeguato a garantirgli un’abitazione e ciò rimanda all’art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. A sostegno del diritto di proprietà all’abitazione si sono susseguite nel tempo numerose misure agevolative, soprattutto per l’acquisto della “prima casa”. Infine, per ciò che concerne gli investimenti finanziari, la Repubblica incoraggia i piccoli azionisti, garantendo la trasparenza, il controllo ed una regolazione tecnica del mercato. A presidio degli investimenti l’ordinamento ha introdotto la CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), istituto preposto alla vigilanza delle condotte tenute dalle società quotate e dalle società di intermediazione finanziaria allo scopo di tutelare gli investitori.
1 commento su “L’ora Legale Pillole di Costituzione a cura di Piergiorgio Ricca”
L’unica colpa dei padri costituenti è quella di non avere pensato che ci sarebbe stata la svendita della Nazione a gruppi sovrannazionali e la nascita di un era del coito interrotto. Da quando abbiamo affidato la nostra sovranità a terzi, la Carta Costituzione è stata buttata nelle fogne. Abbiamo affidato la nostra dignità, la nostra cultura. le nostre intelligenze e infine i nostri risparmi a persone malvage e prive di scrupoli ma che consideriamo brave persone, altruiste ed affidabili. Queste brave persone sono le note famiglie che dispongono di risorse economiche immense e tecnologie avanzatissime per manipolare il pensiero e il comportamento delle masse. Sono persone con potenti forze, invisibili eppure onnipresenti che riescono a mettere le loro pedine ovunque per portare avanti un disegno di controllo delle masse. Non è un caso se la Von der Leyen qualche settimana fa parlava di “soldi parcheggiati” nelle banche. A suo dire sono soldi che stando fermi non girano e per questo li potremmo usare per le nostre attività. Cioè rubare i risparmi agli europei (Italiani in particolare perchè popolo risparmiatore) per utilizzarli in guerre (anticostituzionali) che non ci appartengono, senza senso e senza un fine o una strategia. Anni orsono la confraternita del gruppo Davos (i magnati del WEF) dicevano che “non possiederai niente e sarai felice”. Nella sostanza per queste persone malvage considerate filantropi, la casa non dev’essere vista come un diritto, ma come un regalo da parte loro se prima non segui le regole comportamentali da loro imposte. Poi c’è da dire anche che le banche una volta erano sotto il controllo dei governi e non dei privati, quindi oggi i nostri soldi non sono tutelati dallo Stato, ma da organi privati che non si fanno scrupoli a rubare e defraudare i piccoli investitori e risparmiatori senza che lo Stato abbia voce in capitolo e che possa intervenire a loro tutela. Però in compenso abbiamo tante associazioni che tutelano il risparmiatore o il consumatore. Uno su tutti il famigerato Codacons!