
Dalla segreteria cittadina di Territorio Ragusa, una nota a firma Michele Tasca, Emauele Tasca e Andrea Battaglia, in ordine alla presenza di politici all’interno degli uffici comunali, fuori dall’orario di ricevimento del pubblico, per sbrigare pratiche per conto di cittadini.
Lo avevano detto in campagna elettorale, un Sindaco inesperienze e digiuno di politica non avrebbe avuto vita facile. Le sbandate del primo cittadino, all’interno della sua giunta e nella comunicazione con l’esterno, lasciano trapelare un’azione incerta, poco produttiva, nervosa, tendente a imporre una autorevolezza che, in effetti, non è ancora consolidata e provoca non poche fibrillazioni.
Oggi ne abbiamo due esempi, entrambi di particolare gravità per una ottimale conduzione della cosa pubblica.
Un piano strategico del turismo, gestito da una associazione nell’ambito del Bilancio partecipativo, viene affidato, inspiegabilmente, all’assessore allo sviluppo economico, escludendo, di fatto, non tanto l’assessore al bilancio partecipativo quanto, piuttosto, quello al turismo, confermando le voci di assurde strategie per un riordino delle deleghe assessoriali imposto dall’ingresso in giunta di nuovi elementi.
Strategie che creerebbero tensioni e insoddisfazioni fra le file della maggioranza, determinando una atmosfera non certo confacente ad una serena gestione del governo della città.
Un’altra azione del Sindaco, che ci permettiamo di giudicare poco opportuna, è quella della denuncia sui social di presunti favoritismi e clientelismi che avverrebbero presso gli uffici comunali per favorire esponenti politici, attualmente senza cariche pubbliche, ma abbastanza noti in città, che si recherebbero negli uffici, fuori dagli orari, di ricevimento, saltando, di fatto le file alle quali sono costretti i comuni cittadini.
La vicenda non è ancora definita, nei suoi contorni, lo ammette lo stesso sindaco che, però, dà tutto in pasto all’opinione pubblica, senza preventiva verifica, e senza accertare se, come pare, il politico fosse munito di regolare appuntamento.
Il sindaco, proseguono da Territorio Ragusa, vuole colpire un certo ‘sistema’, considera inaccettabile fruttare “amicizie” e influenze per ottenere consensi tra i cittadini, ribadisce che non si possono tollerare favoritismo, clientelismo, proselitismo.
Senza ancora avere certezze su come sono andate le cose, il primo cittadino ha chiesto una indagine interna e relativi provvedimenti, anche perché, pare, non sia stato l’unico caso di politici, con cariche pubbliche o senza cariche, che utilizzano questo sistema di accesso diretto agli uffici, saltando le file o fuori dall’orario di ricevimento del pubblico.
Se, in linea di principio, può essere indiscutibile l’esigenza di evitare favoritismi vari, per ogni categoria di cittadini, di fatto l’intervento del Sindaco non colpisce tanto chi, evidentemente, non è entrato con la forza, ma delegittima, di fatto, l’operato del dirigente, dei funzionari, dello stesso assessore che dovrebbe avere la situazione sotto controllo per questi aspetti.
Sembra, di più, un attacco alla classe amministrativa di palazzo, sfruttando l’occasione della segnalazione della presenza di qualcuno negli uffici, per sbrigare pratiche, in orari di chiusura al pubblico.
Denigrare l’operato dei dipendenti comunali, con una denuncia di questo tipo, non è certo l’arma migliore per l’efficientamento della macchina amministrativa.
Offendere i dipendenti comunali, perché hanno portato rispetto ad un ex consigliere comunale o ad un ex assessore, accusandoli di azioni clientelari e di sistemi da vecchia politica, non è una trovata da politico esperto, senza dire che già, dagli uffici, trapelano precise notizie su interventi, anche in altri uffici comunali, di consiglieri della maggioranza e di uomini dello staff del gabinetto del sindaco.
Ci permettiamo di consigliare al Sindaco un ridimensionamento naturale della vicenda, che deve essere riportata nei confini giusti dei rapporti fra classe amministrativa e classe politica, a tutti i liveli, quella classe politica, eletta dai cittadini, che, al Comune deve essere di casa per una corretta, trasparente e regolare gestione della cosa pubblica.
Il Sindaco, che è un avvocato, sa come la legge giudicherebbe i comportamenti in oggetto per i quali il giudizio sovrano è quello della gente, si tratta pur sempre di un peccato veniale, del politico o degli uffici, del tutto da dimostrare, nei suoi contorni reali.
Non siamo ancora in regime dittatoriale.