L’entusiastico commento del Sindaco di Modica su una iniziativa privata costituita dalla presenza di un camion posteggiato sul marciapiede nella centralissima Piazza Matteotti e davanti a due edifici simbolo della nostra città si scontra con l’indignazione che tanti cittadini in questi giorni ci stanno manifestando su una scelta infelice e non condivisa. Lo sostiene Vito D’Antona, di Sinistra Italiana, per il quale un’amministrazione accorta avrebbe indicato un qualsiasi altro luogo dove la presenza di un tir non sarebbe stata così invasiva, non certo nel centro della città.
“Qualcuno pensava che la vicenda della realizzazione della scivola in cemento armato sulle storiche scale che congiungono Modica Bassa a Modica Alta, passando per la chiesa di san Pietro e il Castello dei Conti, potesse essere definita un incidente di percorso; ma così non è.
Tale scelta è stata preceduta dalla sostituzione, priva di qualsiasi autorizzazione, delle lampadine nel centro storico e frutto di evidente improvvisazione, con la scomparsa di quelle, più caratteristiche, a luce calda e l’installazione di discutibili lampade a luce fredda.
Perfino l’istanza per la candidatura della città di Modica a “Capitale italiana della cultura 2021”, dopo quasi un mese di tempo, è stata inoltrata a ridosso dell’ultimo giorno utile.
Non si può rimanere indifferenti a questi comportamenti né rassegnarsi a continuare ad essere privati di tanti storici monumenti ormai chiusi da decenni e sui quali è calato il silenzio: Palazzo dei Mercedari, Palazzo Polara, Palazzo Floridia, Albergo dei Poveri, solo per citarne alcuni.
Su tutto questo l’assoluto, prolungato e significativo silenzio dell’Assessore al Centro storico.
Si delinea ormai e senza alcuna ombra di dubbio un profilo di questa Amministrazione volta a sottovalutare la caratteristiche, le bellezze architettoniche della nostra città, il senso del dovere rivolto alla tutela e alla salvaguardia dell’immenso patrimonio che altri amministratori più lungimiranti, prima di questi, hanno cercato di esaltare, fino al riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco”.