La Polizia sottopone a fermo l’intero equipaggio, composto da 5 scafisti egiziani.
Secondo i testimoni, sono loro che hanno condotto un barcone in legno con 264 migranti quasi tutti di origini eritree. Gwnem Shdy El Asmar, 18 anni, Walid Ferfera, 21 anni, Elsharagwa Wael, 23 anni, Youssef Jumaa, 22 anni, Mahamed Reda, 22 anni.
Informata la Procura della Repubblica di Ragusa, è stata dapprima effettuata un’ispezione del peschereccio utilizzato dagli scafisti per trasportare le 264 persone migranti, ma l’attività investigativa non permetteva di acquisire alcun elemento utile alle indagini.
Nel contempo, grazie al lavoro di un altro team di poliziotti, venivano escussi i migranti passeggeri del peschereccio che descrivevano, grazie al fondamentale lavoro degli interpreti, tutte le fasi della loro migrazione.
I migranti dichiaravano di essere partiti dalle coste libiche 2 giorni prima dell’arrivo in Italia e di aver pagato in media 1.500 euro cadauno. Gli scafisti non hanno dato loro mangiare o acqua durante la traversata, solo prima della partenza un pezzo di pane e formaggio. La loro permanenza nelle connection house libiche è stata di oltre un anno per molti di loro.
Dall’escussione dei migranti emergeva chiaramente chi fossero i 5 scafisti e quali fossero i diversi ruoli a bordo mantenuti. Dal comandante al motorista, passando per chi gestiva i migranti a bordo senza farli muovere.













