Durante lo scorso quinquennio le battaglie dell’opposizione sono state, di massima, sviluppate in termini di critica per la legalità, scontato che il bene principale che abbiamo, i diseredati e i meno diseredati, è la legge. Ci siamo mossi con spirito costruttivo, convinti come siamo che a tutti, al popolo, ai partiti e ai movimenti, giovi sempre il rispetto delle leggi. La legalità è un principio generale che alla pari con altri, il principio del diritto acquisito e quello della certezza del diritto ad esempio, costituiscono le fondamenta del nostro Stato. L’argomento di oggi, la costituzione delle Commissioni permanenti in Comune, e con la costituzione il loro funzionamento, è un esempio di come la semplice difesa della legalità sia una proposta e delle più importanti per migliorare il vivere civile.
2. Le Commissioni permanenti al comune di Modica. Il dieci luglio per la prima volta s’è riunito il Consiglio comunale sortito dalle elezioni del 6 giugno 2018. Si doveva pronunciare la formula di giuramento dei consiglieri neo-eletti, eleggere il presidente del Consiglio e procedere alla formazione delle Commissioni permanenti. Svolti i primi due adempimenti, sul terzo sono insorti serî problemi.
Anzitutto stabiliamo cos’è una commissione. E’ un gruppo di consiglieri, nel caso del comune di Modica sei, che hanno il còmpito di esaminare, preventivamente, gli atti che il Consiglio si appresta a trattare (funzione istruttoria). Ogni Consiglio ne può istituire quante ne ritiene utili. Modica ne ha cinque, con finalità più o meno articolate. Le loro competenze sono definite all’articolo 2 dell’Allegato 1 del Regolamento del Consiglio comunale. Correntemente sono:
-la commissione affari generali, organizzazione degli uffici, personale e affari legali (comunemente detta «prima commissione»);
-la commissione urbanistica, lavori pubblici, viabilità, etc. («seconda commissione»);
-la commissione bilancio, finanze, tributi e patrimonio («terza commissione»);
-la commissione igiene, servizi ecologici, solidarietà, pubblica istruzione, beni culturali, turismo, toponomastica, etc. («quarta commissione»);
-la commissione servizi demografici, sviluppo economico, etc. («quinta commissione»).
Rimarcato che far parte di queste commissioni equivale a poter contribuire all’elaborazione di proposte, come da più parti si chiede, costruttive per Modica, ecco cos’è accaduto.
4. La composizione delle commissioni permanenti. La composizione delle commissioni, qualificate «permanenti» in opposizione a talune altre (le commissioni d’indagine, d’inchiesta, etc.) che sono solo temporanee, deve rispecchiare i rapporti di forza dei gruppi presenti in Consiglio. Lo stabilisce l’articolo 38, comma 6, del Decreto legislativo n. 267/2000 (Tuel):
«6. Quando lo statuto lo preveda, il consiglio si avvale di commissioni costituite nel proprio seno con criterio proporzionale. Il regolamento determina i poteri delle commissioni e ne disciplina l’organizzazione e le forme di pubblicità dei lavori.»
Qual è l’utilità che si consegue applicando il principio di proporzionalità? Probabilmente dipende dal fatto che le commissioni sono organi consultivi, di proposizione e di discussione, per cui l’apporto di tutte le componenti consiliari, che sono un estratto delle componenti cittadine, è essenziale all’esercizio della democrazia. Se in Consiglio sono presenti due gruppi, uno che intercetta il 70,83 per cento dei rappresentanti e l’altro il 29,17 per cento, anche le commissioni dovranno essere costituite attribuendo il 70,83 per cento dei membri alla maggioranza e il 29,17 per cento alla minoranza. Sono sei i componenti della commissione? Dunque, 4,25 membri vanno alla maggioranza e 1,75 alla minoranza. Concretamente si può procedere alla ripartizione dei posti in termini di 4 alla maggioranza e 2 alla minoranza. Ciò vale per tutte le commissioni.
Questa è la parte più importante della norma, ma ce n’è un’altra che ha fatto nascere qualche perplessità ed è l’esordio: «Quando lo Statuto lo preveda…». Potrebbe accadere, dunque, che le commissioni non siano previste e, di conseguenza, non sia possibile istituirle. Detto altrimenti significa, anche, che le commissioni o si fanno proporzionali o non si fanno.
A questo punto è d’obbligo uno sguardo allo Statuto del Comune di Modica. Le commissioni sono trattate agli articoli 50, comma 8, e 53. L’articolo 50 dispone che il Consiglio nomini le Commissioni in cui sia rappresentata la minoranza:
«8. Il consiglio nomina altresì le Commissioni in cui è rappresentata la minoranza».
Si osservi che la norma parla di nomina e non di elezione. Il tema sarà ripreso al prossimo paragrafo. Andiamo all’articolo 53:
«1. – Il Consiglio, all’inizio di ogni tornata amministrativa, istituisce nel suo seno Commissioni consultive permanenti composte in relazione alla consistenza numerica dei gruppi consiliari.
2. – Le modalità di voto, le norme di composizione e di funzionamento delle Commissioni sono stabilite dal regolamento.»
Completano l’articolo altri tre commi che si omettono perché non pertinenti ai temi in trattazione. Al secondo comma si accenna a delle modalità di voto che non si riferiscono a come vanno scelti, in Consiglio, i membri di una commissione, bensì a come si assumono le scelte e le decisioni all’interno di una commissione già costituita. Diversamente non avrebbe senso il già letto comma 8 dell’articolo 50.
Anche all’articolo 1 dell’Allegato 1 al Regolamento del Consiglio comunale si usa il termine istituire anziché eleggere, per cui è da ritenere che i membri vadano nominati e non eletti.
3. Ancora sulle commissioni: nomina od elezione? Quattro sono, in definitiva, le ragioni per cui si ritiene che i membri delle commissioni siano nominati e non eletti:
– l’articolo 38, comma 6, del Tuel;
– l’articolo 50, comma 8, dello Statuto;
– l’articolo 53, comma 1, dello Statuto;
– l’articolo 1, primo comma, dell’Allegato al Regolamento di funzionamento del Consiglio.
L’articolo 38, comma 6, del Tuel, come già detto, vuole che la composizione di ogni commissione rispecchi i rapporti di forza presenti in Consiglio. Come si fa ad ottenere questo risultato con un’elezione? E se, com’è accaduto in questi giorni a Modica, i rapporti di forza fossero completamente sbilanciati verso la maggioranza che ha quasi il 71% dei membri del Consiglio, votare acquisterebbe il senso che i rappresentanti della minoranza possano essere scelti dalla maggioranza. Ciò, ovviamente, si sente in contrasto con lo spirito della norma. Sembra più cònsono che i rappresentanti della maggioranza siano scelti dalla stessa maggioranza e quelli della minoranza dai gruppi di appartenenza. In definitiva appare più ragionevole che ogni gruppo scelga i propri rappresentanti e li indichi al presidente del Consiglio. Se, infine, dopo averli indicati, l’eventuale sostenitore dell’intervento elettorale non può che farli propri, tanto vale che siano introdotti in commissione e si dichiari esaurito il procedimento. Da qualunque angolazione si interpreti, in breve, l’articolo 38, comma 6, induce a ritenere che i commissari siano scelti dai gruppi di appartenenza e introdotti, previo calcolo di proporzionalità, nel novero dei membri della commissione. Il Consiglio di poi potrebbe, se proprio qualcuno a torto insistesse, eleggerli, ma solo formalmente, poiché dovrebbe votare in blocco una commissione già composta. Votare, in questo caso, diverrebbe sinonimo di far propria la commissione, non già di sceglierne i singoli componenti che, come detto, sono stati già scelti. Va meglio la soluzione adottata in tutta la penisola, che si svolge in due fasi: l’indicazione dei potenziali commissari da parte dei gruppi, e la conclusiva deliberazione consiliare. La terza e quarta ragione sono gli articoli 53, comma 1, dello Statuto e 1, primo comma, del Regolamento di funzionamento del Consiglio, che non dicono di elezione dei singoli membri, bensì più genericamente di istituzione della commissione. Eleggere i singoli membri o eleggere (deliberare) la commissione non sono la stessa cosa. Tutto si risolve in due battute: ciascun gruppo ìndica i proprî rappresentanti per ciascuna commissione e il Consiglio delibera l’istituzione delle commissioni. Nell’intermedio i nomi non si possono minimamente cambiare.
4. Cos’è accaduto in realtà. Il procedimento di deliberazione della commissioni è stato avviato mediante la segnalazione, al sindaco e alla presidente del Consiglio, dei nomi dei consiglieri di minoranza da collocare nelle commissioni, ovviamente nel rispetto del criterio di proporzionalità. Il sindaco ha respinto le indicazioni e ha proposto un sistema per cui ogni consigliere avrebbe potuto votare sei nomi per ogni commissione. La minoranza non ha condiviso la proposta, sicché il presidente ha deciso di metterla ai voti. La maggioranza ha approvato il criterio che essa stessa si autoproponeva. I membri delle singole commissioni, per tanto, tutti, senza alcuna indicazione della minoranza, sono stati scelti ed eletti dalla maggioranza. Diciamo che ha fatto tutto la maggioranza. Inoltre non sempre è stato rispettato il criterio di proporzionalità. Facciamo due conti.
Nella prima commissione (Affari generali) tutta la minoranza ha votato scheda bianca, ad eccezione di Medica che, non si è capito perché, ha votato Spadaro e Poidomani. Si può dire, ad ogni buon conto, che i rappresentanti della minoranza sono stati scelti e votati solo dalla maggioranza. In questo caso il criterio di proporzionalità è stato rispettato. E’ mancata, però, l’indicazione dei candidati da nominare, spettante esclusivamente ai gruppi di appartenenza o alla minoranza nella sua interezza.
Nella seconda commissione (Urbanistica), l’opposizione ha votato compatta per Girolamo Carpentieri che ha avuto sette voti. La maggioranza, però, in suo luogo, ha scelto Vincenzo Cavallino (anch’egli della minoranza) e lo ha eletto con otto voti. Tutto perfettamente calcolato. Gli altri cinque membri sono stati eletti dalle liste di maggioranza. Non sono stati rispettati, per tanto, né il criterio dell’indicazione e nemmeno quello di proporzionalità.
Per la terza commissione (Bilancio) la minoranza ha votato compatta per Girolamo Carpentieri e Ivana Castello, che hanno avuto sette voti per uno. La maggioranza ha scelto, invece, Vincenzo Cavallino con 10 voti. Altro intervento perfettamente calcolato. Sono stati eletti, dunque, quattro membri della maggioranza e due della minoranza, Vincenzo Cavallino, scelto dalla maggioranza e Girolamo Carpentieri votato dalla minoranza. Anche in questo caso è venuto meno il criterio di proporzionalità poiche i due eletti appartengono allo stesso gruppo, ossia a Forza Italia. In questa commissione è stata eletta Ludovica Puglisi, della maggioranza, senza che avesse prestato giuramento. Quel giorno era assente, sicuramente per ragioni scusabili. Il fatto, però, è che non avrebbe potuto essere eletta membro di Commissione prima del giuramento da consigliere. L’articolo 15, comma 2, del Regolamento del Consiglio Comunale, infatti, dispone:
«Nella prima adunanza successiva all’elezione il Consiglio Comunale, prima di deliberare su qualsiasi argomento, deve esaminare la condizione degli eletti e dichiarare, con l’osservanza delle modalità prescritte, la ineleggibilità di coloro per i quali sussiste una delle cause di ineleggibilità o di incompatibilità previste dalle leggi vigenti, procedendo alla loro immediata surroga.»
Ciò per la Puglisi non è stato possibile, appunto perché assente.
Nella quarta commissione (Servizi sociali), sono stati eletti quattro elementi della maggioranza e due della minoranza. Di questi ultimi uno è stato eletto ad arbitrio della maggioranza, e uno perché votato dalla minoranza. L’eletto dalla maggioranza appartiene al Movimento cinque stelle il cui gruppo è costituito da un solo eletto: Marcello Medica che, però, ha riportato otto voti. Il rappresentante votato dalla minoranza è stato eletto con sei voti.
La costituzione della quinta commissione (Servizi demografici, Sviluppo economico e Lavoro) è stata più movimentata. E’ stata eletta due volte: la prima con cinque membri della maggioranza e un rappresentante della minoranza, Giovanni Spadaro. Avendo constatato, però, che la «Lista civica Modica» era stata esclusa da ogni commissione, la votazione è stata annullata e ripetuta. Sono risultati eletti quattro membri della maggioranza e due della minoranza: Castello e Poidomani. Anche in questo caso il criterio della proporzionalità è stato rispettato, nel senso che, nel complesso, sono stati eletti 21 consiglieri della maggioranza e nove della minoranza. Si lamenta, però, che i consiglieri della minoranza siano stati scelti dalla maggioranza con la stessa leggerezza con cui si ordina un caffé al bar. Si lamenta, altresì, che la Commissione urbanistica è stata costituita senza rispettare il criterio di proporzionalità ex articolo 38, comma 6, del Tuel. Si lamenta, infine, che il rappresentante del Movimento cinque stelle, con un gruppo costituito solo da se stesso, è stato eletto in due commissioni, a danno di gruppi assai più cospicui. Il suo secondo posto, in altri termini, sarebbe stato più corretto che fosse andato, per il criterio di proporzionalità, al PD o alla lista Poidomani. Almeno così vuole la legge.
Il giorno dopo, ovviamente, i consiglieri di minoranza, considerate le ripetute violazioni di legge e, sopratutto, spogliati del diritto di decidere i proprî rappresentanti, si sono dimessi. Il sindaco, non potendo o non volendo far marcia indietro, ha fissato la surroga dei consiglieri di minoranza per mercoledì 25 luglio, alle 19.
5. Conclusioni. Risposta a Marcello Medica. Concludiamo accennando ad una sorta di attrito che il sindaco è riuscito ad accendere nell’opposizione. In un articolo su RTM, Marcello Medica, osserva: «Sono stato eletto per lavorare e non per fare opposizione e ostruzionismo a prescindere». Ha sputato, diciamocelo pure, un po’ di veleno sulla minoranza a cui si è detto, sin ora, di appartenere. A questa sortita i gruppi di sinistra rispondono che, almeno sino a questo momento, non hanno lottato contro questa o quella persona ma contro la inosservanza del criterio di proporzionalità. Per il resto tutti siamo stati eletti per lavorare e lo sfidiamo sin da ora a dimostrare che si sta facendo «opposizione e ostruzionismo a prescindere». Semmai è al contrario, poiché l’opposizione sta contrastando un tentativo di prevaricazione da parte della maggioranza. Se la legge stabilisce che ogni commissione rispecchi proporzionalmente i gruppi presenti in Consiglio, perché Medica è stato nominato in due commissioni avendo un solo consigliere, ossia se stesso? Il suo gruppo, con un resto di 0,25 rispetto allo 0,50 di almeno altri tre gruppi, a che titolo è stato favorito? I conti si fanno coi numeri. Per quanto riguarda il segretario comunale, che Medica ha chiamato in causa per aver assicurato i consiglieri sulla legittimità del metodo (elettorale) adottato, siamo pronti a deferirlo alla Procura della Repubblica. Ha detto pure che, «secondo determinati calcoli si pretendevano addirittura tre posti di cui uno a scapito proprio del M5S». E’ falso che pretendessimo un posto spettante al Movimento cinque stelle: Medica in questo senso avrà modo di spiegarsi attraverso i giornali; è però vero che pretendevamo quello da lui avuto in più e, questo è l’aspetto più importante, continuiamo a pretenderlo. Sappia l’amico Medica che il sindaco gli ha dato un seggio in più facendosi bello con le spettanze altrui. E’ una generosità comoda. A quel calcolo, perché non prova ad opporne uno suo?
Ivana Castello, consigliere comunale del Partito Democratico
3 commenti su “La vicenda delle commissioni al Comune di Modica. Riceviamo e pubblichiamo”
Che sui banchi dell’opposizione ci fossero forze filoabbatiane lo si sapeva, che ci fossero delle incompetenza lo si temeva … confidiamo nella buona stella per MODICA.
Medica ha il potere dell’ubiguita di sicuro è uno dei peggiori consiglieri che esiste in giro
@Luigi
Medica non si è ancora visto all’opera e già lo giudichi tra i peggiori consiglieri.
NON ho gradito il suo atteggiamento sulle commissioni, che a parer mio denota ambiguità, ma attendiamolo sulle prossime azioni (sulla differenziata, per esempio) , per cui io mi allineerei se proponesse “barricate”, con questa amministrazione è l’unica strategia utile.