I fatti risalgono al 22 gennaio dello scorso anno, quando i Carabinieri della Compagnia di Ragusa intervennero in flagranza di reato a seguito di una segnalazione al 112. Alcuni testimoni avevano riferito di un uomo che stava cercando di sottrarre un minore a una donna nei pressi del centro vaccinale dell’Asp 7, in via Aldo Licitra. Giunti sul posto, i militari trovarono una donna in lacrime con il marito albanese che teneva in grembo il neonato, insieme a un’altra figlia di tre anni. Poco distante, l’uomo extracomunitario era tenuto lontano dai presenti. I Carabinieri accertarono che poco prima l’imputato aveva tentato di strappare il neonato dalle braccia della madre. L’arresto è scattato grazie anche all’ausilio di agenti della Polizia di Stato di passaggio nella zona.

Durante il dibattimento, il pubblico ministero Gaetano Scollo aveva richiesto una condanna a diciotto mesi di reclusione. Un elemento chiave dell’istruttoria è stata la testimonianza del perito ragusano Giuseppe Asaro, a cui era stato affidato l’incarico su richiesta dell’avvocato difensore Simona Cultrera. Il perito ha dichiarato che l’imputato non è socialmente pericoloso e che era capace di partecipare al processo, così come non era pericoloso all’epoca dei fatti.

L’imputato, che si trova ancora in carcere, ha reso dichiarazioni spontanee, negando di aver avuto l’intenzione di sequestrare o rapire il neonato. Nell’udienza precedente alla sentenza, sono stati sentiti anche i genitori del bambino, i quali non si sono costituiti parte civile nel procedimento.