
Palermo – Sono ventidue le persone indagate per corruzione tra cui dirigenti ospedalieri, manager pubblici, imprenditori, faccendieri e società. L’indagine avviata dalla Procura di Palermo, si focalizza sulla corruzione. Da quanto si è appreso, pare che sarebbero state pagate tangenti per pilotare l’aggiudicazione di sei appalti per quasi 130 milioni di euro nella sanità pubblica. Secondo la Procura, esiterebbe un “comitato d’affari di imprenditori, lobbysti e funzionari pubblici”. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo sono corruzione, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. A quanto pare, qualcuno avrebbe fatto delle ammissioni che hanno acceso i riflettori su questi appalti. Le pressioni sarebbero arrivate dall’uomo chiave della nuova inchiesta, un commercialista, che è finito agli arresti domiciliari. Un super esperto di numeri, conti e performance chiamato come consulente da una sfilza di enti pubblici. L’ipotesi è che siano state pagate tangenti, in contanti cifre che si aggirano tra 10 e 30 mila euro, e non solo, per pilotare le gare. Il patto corruttivo avrebbe previsto una percentuale sulle commesse milionarie, mazzette mascherate da consulenze e assunzioni di familiari.