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Meditazione Quaresima 2025 Molto Reverendo Stoyanov Ivanonv

Tempo di lettura: 2 minuti

(I frutti della Passione di Cristo, icona russa, 1725-1750 c., Palazzo Pitti, Firenze)

Carissimi Confratelli e Consorelle dell’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme,

La Santa Quaresima è il periodo più importante dell’anno liturgico, in cui i cristiani si preparano spiritualmente e fisicamente ad accogliere degnamente la più antica festa cristiana della Resurrezione di Cristo: la Pasqua. La Pasqua è il centro di tutte le feste della Chiesa. Il fulcro delle festività mobili (la cui data cambia) è la Pasqua, detta anche Pascha. È la festa della Resurrezione di Cristo e la Chiesa ortodossa la celebra come la „Festa delle Feste e Celebrazione delle Celebrazioni“. A seconda della data della sua celebrazione, calcolata secondo il calendario lunare, cambiano anche le date delle successive festività religiose. Coprono un periodo di 18 settimane, di cui le prime 10 sono di preparazione alla Pasqua e le successive 8 sono feste solenni che seguono la Resurrezione di Cristo.

Nella prima epoca cristiana della storia della Chiesa, i primi cristiani attribuirono a questa giornata un carattere puramente escatologico, in previsione della seconda venuta del Signore Gesù Cristo. La domenica, giorno dedicato al Signore – Κυριακὴ ἡμέρα e alla sua Risurrezione, è giorno di Luce, in cui tutti i cristiani si riuniscono per celebrare l’Eucaristia e diventare un solo corpo nel Signore, che è il Capo della Chiesa, secondo l’ecclesiologia di Sant’apostolo Paolo. Così, seguendo l’esempio dei primi cristiani, la maggior parte dei quali sacrificò la propria vita per la fede in Cristo come Redentore e Salvatore del genere umano, noi ancora oggi celebriamo e commemoriamo tutti gli eventi evangelici che ci ricordano la vita, la missione, la sofferenza, la morte e la Resurrezione del nostro Salvatore, il Signore Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente, incarnato nella Vergine, essendo Dio e Uomo.

La Quaresima nella Chiesa ortodossa comprende sette settimane intere, assimilando due cicli di digiuno originariamente diversi della Chiesa antica: il digiuno post-Epifania dei cristiani egiziani e il digiuno di una settimana prima della Pasqua che, secondo le testimonianze di San Francesco, durava una settimana. padri e gli antichi canoni, inizialmente durava uno, poi due giorni, e infine un’intera settimana, la cosiddetta Settimana Santa, il cui digiuno era obbligatorio per tutti i cristiani: asceti, clero, laici. La Chiesa bizantina osserva il digiuno totale il Venerdì Santo. Nella Grande Quaresima, nella quaresima di Natale e nei mercoledì e venerdì di tutto l’anno e il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Croce, il digiuno è limitato all’effettuazione di un solo pasto giornaliero, la sera dopo l’esperinos.

Durante la Quaresima ogni settimana ha un suo carattere liturgico particolare, diverso dai giorni al di fuori del periodo quaresimale. Ad esempio, ogni domenica si celebra la Divina liturgia, di San Basilio Magno, ogni sabato – la Divina liturgia di San Crisostomo, ogni mercoledì e venerdì, a meno che non cada nel giorno dell’Annunciazione, si celebra una Liturgia dei Presantificati. Nella prima settimana di Quaresima, dal lunedì al giovedì sera, si celebra la Grande Compieta con il Canone Penitenziale di Sant’Andrea di Creta e il mercoledì della quinta settimana si celebra la Piccola Compieta con l’intero canonico di Sant’Andrea di Creta. Durante la Quaresima, ogni venerdì sera si tiene la Piccola Compieta con l’Akathistos della Theotokos, suddiviso in parti separate, e il giovedì della quinta settimana si legge l’intero Akathistos della Santissima Theotokos.

Cosa ha reso necessario un cambiamento nel digiuno apostolico, nell’ultima Settimana Santa prima di Pasqua, e il suo sviluppo in un digiuno di quaranta giorni?

Come testimonia il Vangelo, il Signore, dopo essere stato battezzato da San Giovanni Battista nel fiume Giordano, fu condotto dallo Spirito nel deserto e lì digiunò per quaranta giorni e quaranta notti (cf Mt 4,1-11). Questo evento evangelico ci riporta indietro nel tempo di 2.000 anni. Qual è il carattere morale e antropologico del pentimento? Non è forse questo un completo rinnovamento della personalità attraverso la grazia dello Spirito Santo ricevuta nel battesimo? Non è forse questa una metanoia, che però non avviene contro, ma solo attraverso il nostro libero arbitrio? Il pentimento ci collega ontologicamente all’Antico e al Nuovo Testamento, ci distingue antropologicamente dall’Antico e ci unisce al Nuovo Adamo, ci rende escatologicamente figli di Dio e partecipi della gloria di Dio, come membri della Chiesa di Cristo. Poiché il Figlio di Dio si è fatto uomo, affinché i figli degli uomini diventino figli di Dio. Subito dopo il momento del Suo battesimo, all’apparizione di S. Spirito e la proclamazione di Dio Padre stesso: „Tu sei il Figlio mio amato, nel quale mi sono compiaciuto“, danno inizio alla missione salvifica di Gesù Cristo. Fu mandato, come dice il Vangelo, dallo Spirito nel deserto. Lì, nel deserto, il Figlio di Dio comprende la sua chiamata divina, comprende la sua missione di Salvatore del genere umano. Lì, nel deserto, si incontrano Dio e il diavolo, il Bene e il male, la Luce e le tenebre, la Salvezza e la perdizione.

Perché il Signore, essendo Dio perfetto e Uomo perfetto, dovette sottoporsi a questa prova? Non invano il Figlio amato di Dio è stato posto dal Padre in questo periodo di prova, da cui dipende il destino dell’intera umanità. La lotta di Gesù di Nazareth contro Satana è sia spirituale che fisica, manifestata con tutta la potenza interiore ed esteriore del Messia e del distruttore di anime. Il diavolo lo tentò tre volte, dicendogli: „Se tu sei il Figlio di Dio…“, cioè: lo fa dubitare della propria natura, cercando di indebolire la propria fede, spingendolo a trasformare le pietre in pane, a gettarsi dal tempio di Gerusalemme, a ottenere tutto il potere sulla Terra. Cristo vince le tentazioni rispondendo con le parole della Sacra Scrittura: „Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio“; „Non tenterai il Signore Dio tuo“; „Adorerai il Signore Dio tuo e servirai Lui solo“, testi tratti dall’innografia ortodossa. Queste tentazioni ci circondano in ogni momento, rilevanti in ogni tempo. In un tempo come il nostro, siamo tentati di scegliere tra pace e rovina, tra osservare i comandamenti di Dio e tentare Dio, tra salvezza e perdizione.

I valori cristiani, ereditati dall’insegnamento salvifico del Vangelo di Cristo – sulla santità, la bontà e la pace – vengono intesi nel contesto della responsabilità consapevole e della libertà che ci sono state date dal nostro Creatore. Il pane celeste è quello che ci viene donato da Dio nella preghiera e nei doni graziosi che riceviamo nella comunione del Sangue e del Corpo del Signore Gesù Cristo e nella partecipazione mistica e reale insieme ai santi alla vita della Chiesa, che è il Corpo mistico di Cristo.

Anticamente, la Chiesa ortodossa nella prima domenica di Quaresima celebrava solo la memoria dei profeti che per primi avevano annunciato la venuta del Messia, poi si aggiunse la celebrazione della vittoria dell’Ortodossia sull’eresia iconoclasta e il ripristino del culto delle icone nell’843, per cui questa domenica venne chiamata la domenica dell’Ortodossia (vedere Gv 1:43-51). All’inizio del testo evangelico si trovano le parole „seguimi“, pronunciate da Gesù quando incontra il Santo apostolo Filippo. Poco dopo, egli testimoniò anche la confessione del Santo apostolo Natanaele, il quale riconobbe nel volto di Gesù di Nazareth il Messia preannunciato dai profeti, dicendo: „Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele“. In risposta a questa confessione di fede, il Signore indirizza la loro attenzione in questo modo: „In verità, in verità vi dico: da ora vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo“. Ecco come sono disposti logicamente gli eventi evangelici ricordati nella prima domenica di Quaresima, per introdurre il credente al periodo di penitenza che trasforma e perfeziona la sua personalità. Pertanto, ognuno di noi che vuole essere un degno cristiano deve essere pronto a seguire Cristo, a respingere le tentazioni del diavolo per il potere, la ricchezza e l’orgoglio, e a rispondere confessando: „Tu sei il Figlio di Dio“; per realizzare la sua relazione con il Dio vero, che per amore nostro è disceso nella nostra natura e ha preso su di sé i nostri peccati; per vedere con occhio escatologico i cieli aperti come luogo di salvezza e per partecipare al trionfo e alla vittoria del Figlio di Dio, il Signore della Gloria.

Quali sono le caratteristiche liturgiche e bibliche delle domeniche prima di Pasqua e della Settimana Santa?

Nella prima domenica di quaresima ricorre la festa dell’Ortodossia, commemorazione del ripristino del culto delle icone al termine della lotta iconoclasta. All’inizio della Divina Liturgia le icone vengono recate in processione attorno alla chiesa e quindi, dopo la lettura del sinodikon, offerte alla venerazione dei fedeli. La seconda domenica di quaresima non prevede akolutie particolari. Nella terza domenica la Divina Liturgia è aperta con la cerimonia dell’adorazione della SS.ma Croce condotta processionalmente nella chiesa. La quarta domenica è dedicata alla memoria di San Giovanni Climaco (VI sec.) asceta del monte Sinai autore de la “Scala del Paradiso” manuale di perfezione cristiana. Nella quinta domenica si commemora Santa Maria Egiziaca, altra figura di asceta. La domenica delle Palme, la benedizione dei ramoscelli d’olivo viene compiuta subito prima della Divina Liturgia anziché al termine dell’Orthros. Alla sera ha luogo l’Ufficio del Nymphìos. Nei primi tre giorni della Grande e Santa Settimana la sera viene celebrata la Liturgia dei Presantificati. Il Giovedì Santo vengono celebrati a tarda mattinata l’Esperinos e la Liturgia di S. Basilio, alla sera l’Ufficio della Passione (Lettura dei 12 Vangeli). Il Venerdì Santo nella tarda mattinata hanno luogo l’Ora Nona-Esperinos e la Deposizione dalla Croce; la sera vengono cantati gli Enkomia dell’Epitàphios thrinos ed ha luogo la Processione. Il Sabato Santo sempre nella tarda mattinata sono celebrati l’Esperinos e la Liturgia di San Basilio. Nel corso della notte si succedono il Mesonyktikon, l’Anastasis – Annunzio della Resurrezione – l’Orthros e la Liturgia di San Giovanni Crisostomo.

Cari fratelli e sorelle in Cristo, attendiamo la Risurrezione di Cristo nella preghiera e nel digiuno!

Nella mattina di Pasqua, uniamoci ancora una volta al coro angelico nella preghiera, affinché tutti possiamo cantare, insieme a tutta la creazione, il Giorno della Vita: la Resurrezione! Rendiamo grazie, „rallegriamoci ed esultiamo“ (Sal 117,24) nel giorno in cui Cristo Dio ci ha fatto passare dalla morte alla vita. Colui che è „la risurrezione e la vita“ (Gv 11:25) mantiene la sua vittoria sulla corruzione e sulla morte per donare a tutti la vita eterna! Per questo giorno, prepariamoci insieme, in un solo cuore, come le sante mirofore, ad accogliere ancora una volta la pietra tombale aperta alla vita e la tomba, inizio della nostra salvezza! In questo giorno luminoso, il mondo ascolterà ancora una volta la buona notizia della sua liberazione dal potere del peccato e della morte! In questo giorno solenne, vera „Festa delle feste“, la pienezza della Chiesa eleverà ancora una volta preghiere di ringraziamento con cuore traboccante (Lc 6,45), e la bocca di tutti i fedeli esclamerà: „Cristo è risorto!“

Monreale, 9 marzo 2025

Ivan Stoyanov Ivanov, ChLJ,

Rappresentante in Italia del Patriarcato Ortodosso di Bulgaria

Cappellano del Gran Baliato di Sicilia dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme

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