
Il vile atto di vandalismo che ha colpito il monumento alla Resistenza di Ispica, con una linea rossa tracciata con una bomboletta spray nel tentativo di cancellare la scritta “alla Resistenza”, rappresenta un gesto che va oltre il semplice vandalismo, profanando la memoria condivisa della Liberazione dal nazifascismo e colpendo al cuore i valori democratici della Costituzione italiana.
L’ANPI provinciale di Ragusa e l’ANPI di Ispica condannano con fermezza questo gesto, sottolineando come il danneggiamento di monumenti e simboli della Resistenza sia un atto di violenza politica che si ripete con preoccupante frequenza in diverse città italiane.
L’interrogativo che si pone è duplice: se si tratta di un atto di vandalismo “superficiale”, frutto di disimpegno e ignoranza, oppure di un’azione mirata di stampo criminale. Nel primo caso, si evidenzia il fallimento delle politiche educative e la necessità di rafforzare la trasmissione della memoria storica, chiedendosi quante responsabilità abbia chi da anni delegittima la portata epica della Resistenza, riducendola a narrazioni contrapposte, e quante ne ha chi pratica politiche lontane o contrapposte ai valori della Costituzione.
Nel secondo caso, ci si interroga se qualcuno possa aver suggerito o indotto un atto così razionalmente diretto alla cancellazione di una parola e quindi del suo significato esistenziale e storico, chiedendosi quali forme di cure e assistenza siano garantite per evitare simili azioni nocive alla comunità.
Un ulteriore elemento di preoccupazione è il fatto che il danneggiamento di un’opera d’arte del famoso scultore Salvo Monica, patrimonio della comunità ispicese, sia passato inosservato per un’intera mattinata, nonostante fosse sotto gli occhi di decine di persone. Un fatto che solleva interrogativi sulla capacità di indignarsi e denunciare simili atti.
Qualora le indagini delle autorità dovessero accertare la responsabilità di soggetti che rinnegano la Costituzione e che oltraggiano la Resistenza, inneggiando al Fascismo e al Nazismo, si tratterebbe dell’ennesima e non necessaria manifestazione di una presenza di militanti e organizzazioni sul territorio che minano il nostro vivere democratico e attentano alla nostra società, una situazione che non può essere tollerata.
L’ANPI auspica una reazione coraggiosa e collettiva della comunità ispicese e ragusana, chiedendo alle istituzioni comunali di impegnarsi a ripristinare immediatamente il decoro e il valore dell’opera e a tutelare i simboli del più importante patrimonio comune del paese: la Resistenza, la Liberazione e la Costituzione.