
“Michele Giardina. Uno scrittore con lo sguardo sul mare”, è il titolo del volume di Domenico Pisana, poeta e scrittore modicano, Presidente del Caffè Letterario Quasimodo. Fresco di stampa, è stato pubblicato da Operaincerta di Ragusa, pp.125 con una prefazione del decano dei giornalisti iblei, Gianni Contino.
La presentazione si terrà sabato 15 febbraio alle ore 17.30 presso lo “Spazio Meno Assenza” di Pozzallo, con il patrocinio del Comune di Pozzallo, dell’associazione “Confronto”, la Società Marinara, la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la Società Carrettieri e Contadini di Pozzallo. Dopo il saluto istituzionale del sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, e della Presidente del Consiglio Comunale, Quintilia Celestri, sarà Gianni Contino ad introdurre l’evento, che sarà moderato da Enzo Cavallo, mentre il Duo Colombo Poidomani eseguirà alcuni intermezzi musicali. Sarà lo stesso autore a presentare il volume e a parlare di Michele Giardina e del valore della sua scrittura. Concluderà la serata Francesco Giardina, figlio dello scrittore
Domenico Pisana che cosa ti ha spinto alla pubblicazione di questo libro?
Non c’è stato un motivo particolare, ma solo il desiderio di evitare la “damnatio memorie”, l’abbandono all’oblio non solo di un amico ma di uno scrittore, a mio avviso di talento, e altresì il desiderio di raccontare la storia di un uomo, di un giornalista corrispondente pozzallese per lunghi anni del quotidiano La Sicilia, nonché di uno scrittore che attraverso le opere da lui pubblicate in 21 anni, nel periodo 2003- 2024, si è distinto per la sua penna capace di catturare l’essenza della vita quotidiana, le sfumature della politica locale e nazionale, e le grandi questioni sociali del suo tempo. Michele Giardina è stato un autore prolifico (ben 15 sono state le sue pubblicazioni) ; oltre al giornalismo, si è dedicato alla scrittura producendo diverse opere letterarie (romanzi e racconti) e opere di saggistica che hanno riscosso un notevole interesse di pubblico e di critica.
Perché lo definisci uno scrittore con lo sguardo sul mare?
Perché proprio il mare, che circonda la sua Pozzallo, è stato protagonista di molte sue opere: a partire da “La Risacca”, opera pubblicata nel 2009, dove La Torre Cabrera che s’affaccia sul mare e che campeggia nella copertina assurge quasi a simbolo della vita, a sprone silenzioso al popolo pozzallese che vuole guardare avanti, al proprio futuro, alla propria crescita, ma che nel contempo non vuole dimenticare la propria storia, le proprie radici, i propri uomini e figli illustri.
E poi “Mare forza 7” del 2010, e “Mare rotto”, un’ opera del 2016 che è una metafora dell’ esistenza umana ora serena ora colpita da forti venti, ora rotta da relazioni distorte e da palesi ingiustizie ora confusa da intolleranze chiuse al pianto di migranti; ora squarciata dalla voce di bimbi naufragati tra le acque ora piegata all’intrigo di trafficanti di parole. Una metafora, insomma, che ridiventa quel filo rosso che unisce l’estro narratologico dello scrittore pozzallese e il “continuum” di una esegesi puntuale e mordace della nostra realtà politica e sociale.
E ancora il libro “Mal di mare” del 2019, dove Giardina tratta argomenti di grande e dolorosa attualità riguardanti il fenomeno dell’ immigrazione di centinaia di migliaia di persone in fuga soprattutto dall’Africa subsahariana verso le nostre coste, con particolare riferimento alla problematica che ruota attorno alle navi delle Organizzazioni non governative.
Quali sono i temi più ricorrenti nei romanzi e nei saggi di Michele Giardina?
Le opere di Giardina, sia giornalistiche che letterarie, sono caratterizzate da una forte connessione con la realtà e da una profonda riflessione sui temi dell’esistenza. Ecco alcuni dei temi più ricorrenti: La Sicilia e le sue contraddizioni, il fenomeno migratorio, la politica e la società, la condizione umana, la giustizia e l’ingiustizia: questa combinazione di elementi ha dato vita a un tipo di scrittura che va oltre il semplice reportage, offrendo al lettore un’esperienza di lettura profonda e coinvolgente. Le opere di Giardina non sono solo informative, ma anche emozionanti e stimolanti alla riflessione.
In che modo Giardina ha espresso il suo impegno civile di giornalista-scrittore?
Affrontando questioni scottanti come l’immigrazione, la povertà, l’inquinamento e la corruzione, dando voce ai più deboli e facendosi portavoce di chi non ha voce, come i migranti, i disoccupati e le vittime della criminalità organizzata; denunciando le ingiustizie sociali e politiche, invitando i lettori a riflettere e a mobilitarsi e offrendo una prospettiva critica.
La prosa di Michele Giardina è nel contempo racconto e documento, rievocazione di eventi tragici e denuncia socio-politica, ricostruzione giornalistica e recupero di riflessioni etiche su tematiche esistenziali della contemporaneità, come la sofferenza, il sogno, l’attesa, la rassegnazione, il cinismo, l’affarismo, l’ipocrisia, la retorica, la delusione e la speranza. L’autore “ha viaggiato” dentro la cronaca, la storia, la politica e la cultura del nostro tempo, sia a livello locale che nazionale, per narrare i colori della vita ma anche per descrivere le ombre, le bellezze e gli orrori, e per scuotere dall’indifferenza che spesso ci assale.
E Giardina lo ha fatto con scrupolo, senso etico, passione, franchezza e discernimento, usando la parola non per demolire ma per costruire, non per infangare ma per trarre dalla complessità dei problemi quegli elementi di bene che possono aiutare a costruire una società migliore.
Si può dire che Michele Giardina ha costruito un ponte tra giornalismo e letteratura?
Direi proprio di si! La sua capacità di coniugare il giornalismo con la letteratura è stata una delle caratteristiche più distintive della sua scrittura. La sintesi tra questi due generi gli ha permesso di creare un linguaggio unico, capace di coniugare l’immediatezza e l’informatività del giornalismo con la profondità e la riflessione della letteratura. Ed è riuscito a fare tutto questo con uno stile narrativo coinvolgente e ricco di immagini, capace di far rivivere al lettore gli eventi e i personaggi. La sua prosa, pur essendo precisa e informativa come quella giornalistica, è arricchita da elementi letterari come le descrizioni evocative, le metafore e le similitudini. Nei suoi racconti Giardina si è concentrato sui personaggi, cercando di comprenderne le motivazioni, le emozioni e le aspirazioni. Questo gli ha permesso di creare storie credibili e complesse, che sono rimaste impresse impressi nel cuore dei suoi lettori.
Giuseppe Nativo
2 commenti su “Pozzallo. Libro di Pisana sullo scrittore Michele Giardina”
Tempo fa ho avuto l’onore di sponsorizzare un suo libro.
Spero che il suo trapasso sia stato bello.
Ieri ero in fila ordinata per pagare una tassa , purtroppo prima che arrivasse il mio turno è arrivato l ‘orario di chiusura dell ‘ufficio in questione. Non so perché ,nonostante il freddo , ho pensato al mare estivo e alle onde che ritmamente battono la battigia , ispirando riflessioni e metafora del tempo che sembra scorrere indifferente alle vicende umane , siano allegre o felici. Certi scrittori , saggisti e narratori , ma anche poeti , sono come la voce narrante dei romanzi del Verga , si assumono il compito o sentono la missione, di richiamare le coscienze dalla perdita di interesse , dalla massificazione e dalle derive etico morali . Sempre l ‘egoismo e l ‘opportunismo avido di pochi , locale e globale , riesce a condizionare le vite di masse e fiumare di genti , che non riescono a comprendere la direzione né a prendere il timone delle proprie vite , finendo per accettare supinamente di seguire ateologicamente il flusso e la corrente . Occorrono “profeti ” in questo nostro tempo , persone di coscienza per schiarire e richiamare le coscienze , al bene e alla giustizia. La fila non è frutto del caso , ma a volte può essere frutto di carriere e di legami parentali