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Se non vi piacciono le nostre leggi….l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Ad Amburgo, la scorsa primavera, durante una manifestazione un po’ rumorosa, hanno chiesto l’istituzione di un califfato. Erano islamici radicali. La polizia tedesca è intervenuta per sedare gli animi e la Germania sta ora pensando di espellere i soggetti pericolosi pagandoli. La Gran Bretagna di Sunak, il premier è oggi Starmer, laburista moderato che ha ripulito il partito della presenza dei corbyniani e del loro capo per eccesso di antisemitismo, aveva un piano per l’invio degli immigrati in Ruanda. Piano cancellato, ma Starmer ha già detto che è fondamentale impedire ai migranti di partire. Che l’immigrazione avrebbe creato non pochi problemi all’Europa lo avevo scritto anni fa, senza avere la palla di vetro. Bastava aver voglia di osservare senza aver prima inforcato gli occhiali dell’ottimismo. I movimenti di popoli sono sempre esistiti per i motivi più svariati, desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita, legate al clima o alla fertilità della terra, o uscire dalla povertà. L’aspirazione a raggiungere il meglio per sé, la propria famiglia, la propria comunità, è insita nell’uomo. In passato, chi lasciava un territorio per un altro portava con sé ciò che gli apparteneva, non in termini solo materiali, ma di cultura, credenze religiose, concezione di vita. E’ così anche oggi. Allora, in una società assai meno complessa e sofisticata, il tema dell’accoglienza, nei termini in cui si pone oggi, si affrontava in modo più sbrigativo: i migranti, se si spostavano in grandi gruppi con finalità di permanenza, erano considerati invasori. Avevano due alternative: combattere e essere ricacciati o combattere e prendere possesso del territorio con i suoi abitanti. Non molto diverso da quanto accade in Ucraina da oltre due anni a questa parte, con la differenza che a quei tempi non c’era un diritto internazionale. Del quale, nel XXI secolo, Putin si fa beffe imponendo il diritto della forza con il mondo che glielo lascia fare. Nell’antica Grecia, si onorava il concetto di ospitalità, il dovere del padrone di casa di ricevere lo straniero con tutti i tributi che si rendevano a una persona importante dietro cui poteva celarsi una divinità. Il rispetto era reciproco e l’ospite, prima di andare, riceveva un regalo. Quel rito è rimasto, ma in forma un po’ diversa: l’immigrato viene ospitato e talvolta ricompensa il padrone di casa con un bell’attentato, se kamikaze, il regalo è per entrambi e suggella l’amicizia tra noi e loro. L’ospite è sacro anche da noi, come vuole Papa Francesco che ci condanna all’inferno se gli chiudiamo la porta in faccia. All’inferno come chi uccide un feto in grembo materno. Immigrato = germoglio di vita..o di morte. Il lato oscuro delle religioni. Sacri non sono, gli immigrati, ma necessari sì, e l’accoglienza è la risposta a diverse esigenze. Politiche (un nuovo bacino di voti), situazioni destinate a perdurare (scarsità di forza lavoro e sangue nuovo in un continente dove il declino demografico appare inarrestabile), solidarietà obbligatoria stabilita dal Regolamento europeo, meno stringente dal dicembre 2023 con il nuovo Patto che consente la scelta tra accoglienza e finanziamenti. Ciononostante, la soluzione adottata dall’Ue è lontana dal mettere d’accordo posizioni in conflitto. Rimane da stabilire con precisione un aspetto: chi accogliere? Numero di immigrati e risorse disponibili sono variabili secondarie, non lo è il trattamento da riservare a chi arriva, che non va buttato nei centri “in attesa di giudizio”. Una volta valutato il diritto di rimanere, vanno garantiti alloggio decente, assistenza sanitaria, scuola o formazione secondo l’età. E’ integrazione? No. E’ accoglienza vera. L’integrazione è un’altra cosa e implica collaborazione tra padrone di casa e ospite. Qui sta il cuore del problema e noi siamo parte del problema. Cresciuti nel welfare, cullati nell’idea che nulla potesse cambiare le nostre vite, convinti di poter guardare dal piano rialzato chi ambiva a procurarsi un po’ del nostro benessere con l’energia e la forza che non abbiamo più da decenni, noi cittadini europei abbiamo chiuso gli occhi di fronte alla realtà. Chi sceglie di venire da noi, lo fa per lasciarsi alle spalle la povertà del suo paese, ma è poco o nulla interessato ad inserirsi nel nuovo ambiente condividendone i valori. Per essere chiari: se islamico, rifiuta di integrarsi. Gli islamici si portano dietro la loro religione, componente fondamentale della loro vita e delle loro consuetudini, e in suo nome pretendono un trattamento differenziato nell’occidente che disprezzano e di cui odiano le libertà, specchio di una cultura inconciliabile con la loro e incomprensibile. Hanno le loro moschee, mandano i figli nelle loro scuole, frequentano i loro quartieri, guardano la loro televisione, ma godono di diritti impensabili nei loro paesi di origine. Hanno persino imparato le nostre furbizie che usano per impietosirci, riuscendovi benissimo, convincendoci persino che la nostra democrazia è da buttare, che l’islam è la soluzione. Fanno proseliti in un’Europa cieca e indifesa, dove i governi balbettano per paura di essere tacciati di razzismo o islamofobia, mentre i cittadini europei soffrono un crescente senso di insicurezza. Sui social, gruppi radicalizzati minacciano di distruggere la nostra democrazia, il separatismo islamista è diffuso e correre ai ripari è forse tardi, richiederebbe coesione e coraggio. Che sono mancati quando era il momento di dire: “Adeguatevi alle nostre leggi. Non volete? Andatevene”.

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7 commenti su “Se non vi piacciono le nostre leggi….l’opinione di Rita Faletti”

  1. Concordo su diversi aspetti, anche se la soluzione a mio avviso è semplice. Chi accogliere? Chi entra legalmente e chi entra non foraggiando organizzazioni che fanno business sulla tratta.

    Sul papa, molti aspetti eterni della Chiesa sono stati modificati di netto con il concilio Vaticano II, un lento cambiamento della dottrina sociale che ha una sua origine, per la quale Bergoglio e solo la realtà culminante di un processo passato per diversi papi.
    Processo che ha creato molta confusione, per i tanti che danno per scontato che la Chiesa abbia sbagliato per 2000 anni e che all’improvviso abbia trovato la ragione contraddicendo santi, papiogmi e tutto quanto costruito sul Vangelo (tante se ne potrebbero dire, a partire dal Padre Nostro…)

    L’accoglienza in senso cattolico, non è da intendere come accogliere fisicamente qualcuno, ma come in realtà il messaggio di Dio sia accolto o meno dalle genti per chi fa dell’evangelizzazione la sua missione, andando presso altri popoli e provando a farli predisporre ad un’impostazione di vita legata al Vangelo. Accoglienza, che deve essere legata necessariamente al pentimento ed alla conversione.

    Certo, poi, che aiutare chi ha bisogno, e un dovere che spetta ad ogni cristiano.
    Ma questo dovere non si chiama accoglienza, e un uso improprio del termine.
    E l’aiutare, non vuol dire essere complici di qualcosa.

    Se noi accogliamo gli immigrati clandestini, loro accolgono ugualmente la realtà nella quale stanno imponendo la loro presenza?

    Vale a dire, l’accoglienza deve essere reciproca, non unilaterale da parte nostra. Noi accogliamo loro nella nostra società e cultura, e loro accolgono noi nella loro vita per come siamo e come viviamo, diventando parte di questa società in tutto e per tutto.

    Inoltre, la priorità degli immigrati clandestini, dobbiamo chiederci, e essere accolti da noi o accoglierebbero principalmente il nostro aiuto per risolvere i loro reali problemi?

    In merito al resto, ovviamente, concordo anche sul fatto che chi si sposta massicciamente per rimanervi, sia visto come invasore, costretto a combattere e sottomettere gli autoctoni. Verrebbero da inserire altri paragoni mediorientali, soprattutto in questi giorni, da parte dello stesso modo paese che faceva la morale a Putin, ma ci sarà sempre una giustificazione valida per questo Paese…

    https://www.google.com/amp/s/www.repubblica.it/esteri/2022/02/24/news/crisi_ucraina_russia_israele_condanna_invasione_guerra-339108382/amp/

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  2. Ritamanonfaletti

    La colpa? Di giornalisti, liberisti, imperialisti, mercanti d’armi e lobbisti (ebrei). Oppure? Di terroristi, autocrati, islamici sciiti e comunisti. Semplice, dopo tutto. E se invece il tarlo fosse nella testa di noi contemporanei? Che confusamente temiamo di non poter consumare senza limiti, di non aver più aria pulita e acqua fresca, splendide primavere e magnifici autunni. Perché il pianeta non sta bene; e siamo noi la malattia. Maschi che abbiamo perso il controllo sulla femmina, la sogniamo assatanata su OnlyFans ma la vorremmo succube delle nostre attenzioni. Noi, donne e uomini, che il potere è meglio di una scopata. Che banalizziamo i sogni e disprezziamo le idee. Che votiamo buffoni senza spina dorsale, gente che compra al mercato lo specchio delle sue brame e per un giorno vuol sentirsi dire “sei tu, il più bello del reame”.

    Votiamo il Gengis Khan di Israele, figlio di un mitomane che studiava l’inquisizione spagnola e “trasformava i suoi traumi in propaganda”. Il giovane Khan brandì un cartello di Rabin con la kefia, esultò quando un ebreo lo ammazzò, opportunista, fu premier corrotto, sposato a una complice. Ebbe la chance della vita quando, per sua colpa, il “nemico” uccise in un giorno il numero più grande di ebrei dai tempi di Auschwitz. Per vendetta, fece ammazzare 14 abitanti di Gaza per ogni vittima del 7 ottobre; Khappler solo 10. Espulse famiglie che vivevano da secoli in Giudea e Samaria, terre che -secondo una favola biblica- Dio avrebbe promesso agli ebrei. Trasformò in bombe oggetti per comunicare. Uccise da terrorista altri terroristi. Violò ogni diritto intrenazionale, bombardò in Siria, Iraq, Yemen, invase il Libano, nel sogno anche l’Iran, per prendersi il Medio Oriente.

    Oppure l’altro piccolo Stalin, caro al Patriarca ortodosso. Un tempo spia, colonnello del KGB. Divenne assassino all’ingrosso di islamici terroristi, poi al dettaglio di chi lo criticava. Si piaceva a torso nudo e pare che tante si sognassero prese nel suo lettone. Propaganda sessista, certo. Ma ha finito per crederci. Come ha creduto che il destino voleva Mosca terza capitale dell’impero, dopo Roma e Costantinopoli. Ha invaso l’Ucraina; non è riuscito a prenderla; ha fatto un milione di vittime tra morti e feriti sia russi che ucraini. Può far di meglio e di più. Perché la guerra continua.

    Un plauso speciale merita il Napoleone d’America, truffatore e puttaniere. Vomita odio e se ne compiace. “Difficile immaginare un candidato più indegno -scrive New York Times- Moralmente inadeguato alla carica che richiede di mettere il bene della Nazione al di sopra dell’interesse personale. Per carattere, inadatto a un ruolo che postula saggezza, onestà, empatia, coraggio, moderazione, umiltà, disciplina”. Ma proprio per questo, piace agli elettori! Se la politica è merda, le nostre feci smettono di puzzare. Se il futuro è nero come l’inferno, e l’uomo non merita il perdono, i puritani usano anche il diavolo per mostrare, in terra, la vendetta divina. Contro chi non ce l’ha fatta, si capisce. Poveri, neri, colorati, cinesi, indiani, cicale europee.

    Nel nostro piccolo ci siam fatti piacere un Jupiter traditore seriale, gerontofilo e narcisista. Un piccolo borghese toscano che nascondeva il suo deficit cognitivo “spianando e asfaltando”. Un Nerone britannico che recitava in greco antico e dava feste duante il Covid, che voleva invadere l’Olanda e forse la Russia. Un tifoso del Milan cihe, a torso nudo al Papeete, uccideva il padre e si sentiva Putin. Si adorava col panino sempre in bocca. “Stadio orale”? Spietato coi naufraghi, mostrava le dita: “uno, due, tre”, il nulla. Né ci salvano i Ferragnez e neppure i santi. Faceva opere di bene -l’Abbé Pierre- e rubava sesso alle benefattrici. In comunità.

    Mi fermo. La scena pubblica ridonda di miserabili senza qualità che vogliono emergere, vincere, prevaricare, farsi un selfie. Come tanti tra noi. Non è una novità per la storia. Succede quando homo sapiens teme il futuro. E all’utopia preferisce incubi rimossi. Bin Laden, Ben Gvir, Nasrallah, Smotrich, Milei, Kim Jong-un.
    (Corradino Mineo – 01.10.2024)

    Che differenza, che stile nell’illustrare gli eroi di scribacchini, che giocano a fare i giornalisti

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  3. Riscontro comunismo, femminismo, malthusianesimo e ambientalismo.

    Riscontro errori vergognosi e grossolani sulla conoscenza biblica, sull’accostamento di Stalin ad un patriarca ortodosso (ma come conviverebbero comunismo e cristianesimo?), sulla terza Roma che svolge il ruolo di katechon (e che nuovamente accosta Stalin ad un concetto cattolico), e sulla sempreverde inquisizione cattolica, piena di luoghi comuni duri a sviscerare. Ammazza quanta confusione pur di attaccare. E questo è stile?

    Oltre ad accuse alla società per conseguenze causate proprio da alcune delle stesse ideologie.

    Anche la lettura su Israele e errata, poiche fatta esclusivamente in chiave politica traslata alle divisioni nostrane.

    Favola biblica? Quanto nulla, quanto vuoto e quanta pochezza e povertà di spirito racchiusi in questa affermazione eretica.

    La paura non fa parte del cristiano che si affida a Dio e che sa che tutto dipende da Lui.

    La paura fa parte degli uomini che avendo escluso Dio, vanno dietro a certe ideologie e non sanno più discernere vero dal falso, non ricercano la verità, e si addossano sensi di colpa inesistenti, vivono nel terrore continuo, affidandosi e confidando su se stessi e su altri uomini, che credono di avere in mano le sorti dell’uomo stesso, fallendo miseramente e non comprendendo nulla della vita.
    Credono a qualsiasi burattinaio, sentendosi evoluti ed emancipati da una fede che sorregge il mondo da migliaia di anni, bollandola come superstizione, e vedono le colpe di tutti, ma non vedono che tutto risiede nella scelta fra bene e male, lotta continua da sempre.
    Il mondo si è evoluto, fino all’avvento di ideologie estranee, quali quelle indicate nelle prime righe.

    Capirlo, equivale a scegliere fra bene e male, essere anticristiani e una scelta precisa che ricade sulla sorte di se stessi e sulla sorte di un popolo.

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  4. Tonino Spinello

    Condivido quanto esposto dalla Faletti tranne quando si perde parlando di Putin e di Russia. Ma che ci può fare è più forte di Lei! Infatti ci parla di Putin che si fa beffa dei diritti internazionali qualdo il suo pupillo Netanyhau viene ospitato a braccia aperte a Gaza, in Libano, Yemen e Cisgiordania senza preoccuparsi di bussare prima di entrare. In effetti in Israele non si usa bussare, si sfonda direttamente la porta per entrare.
    Sul fronte immigrati la mia visione è condivisa ma è più ampia rispetto all’accoglienza, all’integrazione, all’umanità e a tutte le commoventi motivazioni che ci raccontano. Quando l’accoglienza diventa un obbligo, non è più un fattore umanitario è un’imposizione e come tale provoca non poche insofferenze. Infatti questi sbarchi continui che si protaggono da più di dodici anni non sono più operazioni umanitarie, ma un assecondare dei disegni per destabilizzare non una nazione ma un continente intero perchè c’è un disegno ben preciso da seguire. Il disegno del Conte Kalergi, che voleva creare un popolo meticcio senza identità e quindi facile da sottomettere per essere governato dagli ebrei. Il disegno di Kalergi era che gli ebrei dovevano governare il popolo europeo secondo le sue visioni e i suoi voleri. Hitler queste velleità glieli fece sfumare e finì come sappiamo tutti. Oggi quest’ invasione di stranieri che va avanti da oltre un decennio creando di fatto caos sociale e destabilizzazione di intere nazioni che negli anni con tutti i sacrifici, le lotte e anche le guerre si erano guadagnati il quieto vivere e la serenità. La cosiddetta democrazia! Ora questo massiccio bombardamento di stranieri ha destabilizzato la serenità dei popoli europei creando insicurezza e pergiunta dobbiamo fare posto a questi invasori per non offenderli e non urtare la loro sensibilità. Tutto questo non lo ha voluto il popolo europeo, lo hanno imposto gli illuminati del pianeta per arrivare allo scopo. Sottomissione dei popoli per arrivare al transumanesimo.
    La politica e i politici essendo succubi, comprati e quindi incastrati non sono in grado di dire o imporre: “Adeguatevi alle nostre leggi. Non volete? Andatevene”. Infatti Salvini è sotto processo perchè voleva difendere l’indifendibile. Cioè i confini dello Stato Italiano. Ma siccome le persone perbene guardano l’albero e non la foresta, allora l’accoglienza deve seguire il suo percorso senza indugi.
    Continuando di questo passo saremo noi i palestinesi del futuro. Cioè essere cacciati dalle nostre terre e dallle nostre case per fare posto a persone perseguitati da guerre, torture e fame senza fiatare per paura di essere presi per islamofobi o fascisti o antisemiti.

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  5. Eeeh sig. Spinello, sono stati bravi, bisogna ammetterlo, secoli di massoneria ed hanno creato ciò che viviamo programmato da tempo, con accuratezza. L’accusa di antisemitismo impedisce di fatto qualsiasi analisi storica, valutazione analitica e divulgazione di realtà sconosciute ai più nonostante la documentazione presente. Eppure, viviamo ciò che ci è stato preparato, con l’illusione di poter determinare qualcosa con la politica.

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