
Le Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo hanno sventato un “tentativo di colpo di stato militare” effettuato nelle prime ore del mattino nelle vicinanze del Palazzo della Nazione, uno degli uffici del presidente Felix Tshisekedi a Kinshasa, secondo il portavoce dell’esercito Sylvain Ekenge. Nel messaggio trasmesso dalla televisione di stato RTNC, il generale Ekenge ha affermato che tutti gli assalitori, congolesi e stranieri, compreso il loro leader, sono stati neutralizzati. Secondo il comunicato, “la situazione è sotto controllo e invitiamo la popolazione a continuare liberamente le proprie attività”. Il leader del tentativo di colpo di stato, l’attivista della diaspora congolese Christian Malanga, è stato ucciso durante l’assalto alla residenza presidenziale della capitale. Le Forze Armate della RDC (FARDC), hanno affermato di aver rapidamente sventato l’azione para militare, ucciso il 41enne Malanga, arrestato altri golpisti, tra cui suo figlio, Marcel Malanga. Da parte sua, il fondatore del Partito Unito Congolese ed ex ufficiale militare, Christian Malanga, in un video condivideva l’assalto in diretta sui social network in cui si vedevano una dozzina di uomini in uniforme militare, armati di fucili AK-47 Sar 2 mentre facevano irruzione nel Palazzo della Nazione, al grido “Felix, fuori”, un’allusione al presidente Felix Tshisekedi, oltre a bruciare le bandiere della Repubblica Democratica del Congo, agitavano al vento quelle dello Zaire (l’antico nome del paese africano). I residenti di La Gombe, dove si trovano le principali istituzioni del paese, sono stati svegliati all’alba dallo strepitio causato dalla sparatoria. Sebbene il deputato e candidato alla presidenza dell’Assemblea nazionale, Vital Kamerhe, e la sua famiglia siano rimasti illesi, l’assalto ha provocato tre morti: due agenti di polizia e un affiliato al Partito Unito Congolese.