
Si terrà domani, venerdì 26 aprile, alle ore 11 il consiglio comunale aperto sulla questione che interessa 48 famiglie, di fatto sfrattate dagli allogi del complesso Iacp a causa della pericolosità in cui versano i tre lotti 12,13 e 14. Consiglio che avrà la cornice del comando dei vigili urbani di via Torino e che sarà presieduto dal primo cittadino di Pozzallo, Roberto Ammatuna. Nel pomeriggio di mercoledì, lo stesso Ammatuna ha voluto incontrare per l’ennesima volta i residenti dei lotti invitando tutti alla calma e ad aspettare il consiglio comunale dove, fra gli altri, è assicurata la presenza del commissario straordinario dello Iacp ibleo, Paolo Santoro.
In mattinata, invece, continua il sit-in di protesta dei proprietari degli alloggi, con altre lenzuola stese sui balconi. Le quasi 150 persone coinvolte hanno già raccolto le firme, qualunque sia l’esito del consiglio comunale, e si affideranno ad un legale (ad oggi, non ancora individuato) per stoppare l’obbligo di sgombero imposto dalla Prefettura di Ragusa.
In mattinata, anche la vicinanza della Chiesa locale con la presenza di don Salvo Bella e il messaggio del vescovo di Noto, mons. Salvatore Rumeo, il quale avrà modo, nelle prossime ore, di incontrare i residenti sfrattati.
Il punto nodale, però, resta il fatto che malati terminali e persone con disabilità dovranno uscire fuori dagli appartamenti entro martedì prossimo. “È scandaloso – dichiarano alcuni residenti intervistati in mattinata – che non si considerino queste persone affette da malattia, assieme ai portatori di handicap. Una persona potrebbe anche trovare un alloggio in un mese o due, ma come può un malato uscire di casa e trovare un contesto abitativo completamente diverso da quello che è casa sua? Il signor Prefetto, quando ha inviato questo documento di sfratto al sindaco, sapeva che vi fossero delle persone malate? O il prefetto di Ragusa, il dottor Giuseppe Ranieri, è insensibile anche a questo? Se fosse stato un parente del Prefetto, avrebbe mandato lo stesso l’avviso di sfratto? Noi pensiamo di no. Il paese dell’accoglienza per eccellenza si è trasformato nel paese dello sfratto. Si è costruito un “lager” per i migranti presso la zona industriale, noi non faremo la stessa fine”.
Fra le richieste avanzate, anche un nuovo studio del terreno, richiesto più volte, a quanto sembra, dai residenti dello Iacp ma mai effettuato. Tutto, comunque, sarà valutato dopo il consiglio comunale di venerdì mattina, anche eventuali azioni di protesta. Chi ha minacciato di legarsi alla porta per non fare entrare carabinieri e poliziotti, il giorno dello sgombero, chi vuole fare lo sciopero della fame, altri andranno ad occupare, con molta probabilità, anche l’aula consiliare di palazzo La Pira qualora le decisioni prese non corrispondessero alla volontà di tutti. Una miccia accesa, insomma, che tutti stanno cercando di spegnere. In attesa che la bomba scoppi facendo più danni che altro.