
La vittima riconosce il suo violentatore nel corso dell’incidente probatorio tenutosi presso il Tribunale di Ragusa. L’episodio si verificò il 24 gennaio scorso a Ragusa. Il pubblico ministero, Silvia Giarrizzo, a chiedere di acquisire la prova anticipata. La testimonianza raccolta davanti al gip, Vincenzo Ignaccolo, alla presenza di una psicologa e degli interpreti: in lingua araba per la parte offesa, albanese per l’indagato. La sedicenne in aula ha incrociato lo sguardo dell’indagato confermando le accuse. Si tratta di un passaggio importante per la ricostruzione dei fatti per cui è stato fermato dai carabinieri di Ragusa un cittadino albanese di 27 anni per il reato di violenza sessuale aggravata. Intanto l’avvocato Michele Savarese ha presentato ricorso per Cassazione per chiedere la revoca della misura cautelare per mancanza di gravi indizi di colpevolezza dopo che il Riesame di Catania (presidente Gabriella Larato, a latere Laura Benanti e Chiara Raffiotta) ha respinto l’istanza della difesa. L’albanese si è dichiarato estraneo ai fatti e finora non è stata identificata la donna che, secondo il racconto della vittima, ha evitato la violenza sessuale, facendo fuggire l’indagato che si trovava nudo sul corpo della sedicenne ancora vestita, dopo averla tirata per lo zaino facendola cadere a terra nei pressi della Villa Margherita.Il fermo è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Ragusa dopo che l’albanese è stato riconosciuto con certezza dalla vittima sedicenne.
1 commento su “Violenza sessuale a Ragusa. La vittima riconosce l’uomo”
Nudo , nei pressi della villa etc…:…..più inverosimile di un sogno fatto negli anni 70 o 80 !!!!! Il ricordo di un particolare : un neo , una piccola cicatrice , un tatuaggio etc …generalmente nascosto dagli indumenti ….potrebbe far risparmiare alla giustizia italiana tempo e denaro … e gradi successivi di giudizio ….o bah mah