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Sguardo sul libro “Letteratura come interpretazione della vita”

Lettura critica dell’ultima pubblicazione di Domenico Pisana, a cura della poetessa romana Elisabetta Pamela Petrolati
Tempo di lettura: 2 minuti

Domenico Pisana ci ha abituato a opere che spaziano dalla poesia, alla saggistica e critica letteraria, alla teologia ed etica, alla storia e politica, una ricchezza che ha fatto sì che i suoi libri siano stati tradotti in varie lingue.
Letteratura come interpretazione della vita, Operaincerta Editore Ragusa 2023, è l’ultimo dei suoi lavori.
Il titolo ci conduce immediatamente nel cuore pulsante dell’opera che propone il binomio Letteratura-Vita, fornendo un’umanistica suggestione che trascende il puro valore conoscitivo e nozionistico della cultura letteraria in sé.
È evidente quanto sostanziale sia l’importanza attribuita dall’autore a tale binomio che viene ampiamente sceverato in questo libro, delineandosi come consustanziale e coerente al modo di vivere e all’atteggiamento di studio di Domenico Pisana.
Infatti, così come è per lui, ha cercato negli autori trattati in questa raccolta di saggi, la comunanza di cammino, il medesimo anelito, la corrispondenza delle grandi anime che attraversano il loro tempo e la storia interrogandosi nel profondo e condividendo, nelle grandi arti letterarie, i frutti, talvolta sanguinanti, della loro ricerca di senso e di verità in questa contraddittoria e multiforme realtà umana.
La letteratura penetra nel tessuto dell’esistenza, tende una mano all’uomo lungo la strada dell’interpretazione del pensiero umano rendendosi come utile strumento pratico per rinominare, ridefinire, trovare strategie profondamente rispondenti ai grandi quesiti esistenziali e agli eventi, soprattutto dolorosi, della vita di ciascuno. Inoltre, la letteratura è profilata come una strada intellettuale e interiore volta alla ricerca di senso che, di certo, è una delle principali fonti di sofferenza umana.
Dunque, il percorso critico che offre il libro non vuole fornire risposte preconfezionate, intende altresì porsi come strumento di riflessione, rimandando a una ricerca interiore alla quale nessun uomo può sottrarsi e sospinge a considerare la Letteratura come un ponte tra sé stessi e gli altri.
L’opera si apre con una poesia dedicata a Modica, la città dove l’autore vive svolgendo svariate attività letterarie, fra le quali quelle organizzate dal “Caffè Letterario Quasimodo” di cui è il Presidente. L’affaccio poetico ad apertura del libro fa subito presagire il taglio e lo sguardo che illumina l’intera opera.
Essa si compone di saggi critici su autori dei quali analizza il rapporto tra letteratura e vita: Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Clemente Rebora, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Umberto Saba, Federico Garcia Lorca, Luigi Capuana, Giovanni Verga, Gesualdo Bufalino, Leonardo Sciascia, Pier Paolo Pasolini.
Il volume si divide in tre parti: nella prima, che si intitola “Poeti di fronte al mistero”, pone a confronto i poeti che si sono interrogati in merito alla verità, analizzandone l’eventuale tendenza alla spiritualità, al dialogo e all’anelito evidente o celato verso Dio.
La seconda parte del libro è intitolata “Poeti e poesia sociale per una letteratura d’umanità” e qui Pisana accomuna Lorca, Quasimodo e Rebora nel loro fuoco interiore che li porta ad accendersi in una poesia civile e sociale e permette loro di estrinsecare la naturale sensibilità verso i più deboli, gli oppressi, le situazioni di ingiustizia.
La terza sezione del volume è dedicata agli “Scrittori tra storia e memoria”, dei quali l’autore mette in risalto la peculiarità di narrare luoghi, sapori, odori, tradizioni, il mondo umano e sentimentale, le storie di vita, le inchieste, le realtà di dolore e ingiustizia spesso dimenticate.
Il volume, tuttavia, per dirla con le parole della prof.ssa Wafaa Raouf, “è ben più di un repertorio di testi critici, nell’ampiezza delle interpretazioni e nella varietà degli squarci ermeneutici che esso presenta”.
L’opera accompagna davvero nei meandri dell’anima personale e letteraria degli autori trattati per condurre anche il lettore stesso alla sostanza della propria vita e del proprio sé. Lo sguardo umanistico sulla poesia e sulla letteratura è una chiave di lettura essenziale per comprendere l’analisi critica dell’autore che mai prescinde da una empatica ricerca, in ogni scrittore trattato e nelle sue opere, della scintilla umana e divina che caratterizza e determina il precipuo muoversi nella vita e nella produzione letteraria.
In questo libro la funzione della letteratura è resa palpabilmente e umanamente al servizio dell’uomo, costituendone uno strumento di ampliamento e maggiore conoscenza di sé stessi e al contempo di propagazione verso altri universi, di conoscenza, di ricerca, di comprensione degli altrui mondi, per cercare di giungere a una interpretazione delle vicende storiche e della realtà nella quale ci si trova a vivere. In questa ottica la prof.ssa Raouf El Beih accosta la visione interrogativa e introspettiva di Pisana alle riflessioni di T. Todorov, G. Casoli, G. LuKacs, C. Bo che scorgono nella letteratura la sua “missione” di ricerca della verità e della identità personale mai disgiunta dalla realtà storica, dall’esperienza delle conoscenze frutto dell’esperienza ma anche di un ragionamento filosofico nonché spirituale.
Rammentiamo che la prof.ssa Wafaa Raouf El Beih, prefatrice dell’opera, è ordinario di Letteratura Italiana, Moderna e Contemporanea, ex Direttrice del Dipartimento di Italianistica alla Facoltà di Lettere, Università di Helwan al Cairo; Visiting-Professore di Letteratura Comparata all’Università di Roma, autrice di articoli, saggi, traduzioni dall’italiano all’arabo e viceversa di numerose opere della letteratura italiana e araba.
Era necessario che intervenisse un personaggio di tale calibro per introdurre questo libro per la complessità e varietà della materia trattata.
Ad ogni modo, l’esposizione critica del prof. Pisana è caratterizzata da un linguaggio forbito ma nel contempo chiaro e fluido che ben riesce nel compito di accattivare e far scorrere agevolmente la lettura e la comprensione anche laddove si addentra in campi di analisi propri degli addetti ai lavori. È ovvio che questa capacità linguistica concorre a umanizzare e ad avvicinare il lettore desideroso di intraprendere o approfondire tale riflessione sul rapporto letteratura-vita.
L’afflato spirituale, intriso delle più concrete parti umane degli autori trattati, costituisce una chiave di lettura confacente e valevole di questa opera, in cui l’eterna lotta tra fede e ragione si pacifica nell’uomo stesso, chiamato alla continua ricerca di cui fa parte, molto spesso, il supplizio di dover sostenere l’assenza di risposte tra il “cercare” e il “trovare”.
Si può concludere citando il Vangelo di Matteo (7,7-8) che, fra gli innumerevoli rimandi del Nuovo Testamento al concetto dell’uomo che cerca la felicità e Dio, dice esplicitamente: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto”.

Elisabetta Pamela Petrolati
Da: Rivista “Agire Sociale News”, II° numero, 2024

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