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Ragusa, apertura anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico

Quest'anno sarà celebrata in maniera solenne
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Per la prima volta nella storia della Diocesi di Ragusa sarà celebrata in maniera solenne l’apertura dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico diocesano di Ragusa. La cerimonia si terrà venerdì 16 febbraio, con inizio alle 17, nella chiesa della Badia di corso Italia 99 a Ragusa. La prolusione è stata affidata a monsignor Giuseppe Baturi, vescovo metropolita di Cagliari e segretario della Conferenza episcopale italiana. Si soffermerà “1984-2024: la revisione del Concordato tra Chiesa Cattolica e Stato Italiano, bilancio e le prospettive in merito al matrimonio concordatario”. Alla cerimonia interverranno monsignor Giuseppe La Placa, vescovo moderatore del Tribunale ecclesiastico; Francesco Paolo Pitarresi, presidente del Tribunale di Ragusa; Emanuela Tumino, presidente dell’Ordine degli Avvocati. Il primo anno di attività del Tribunale ecclesiastico diocesano di Ragusa sarà illustrata da don Maurizio Di Maria, vicario giudiziale dello stesso Tribunale.

La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario è un’occasione per un confronto, sullo sfondo dei 40 anni della revisione del Concordato, tra giustizia civile e diritto canonico e per aprire questa istituzione al territorio. Il Tribunale ecclesiastico diocesano di Ragusa è stato costituito con un decreto della Segnatura Apostolica il 9 novembre 2022 per la trattazione, in primo grado di giudizio, di tutte le cause non riservate a norma del diritto. L’implicazione più importate di questo nuovo assetto riguarda la possibilità di trattare direttamente a Ragusa le cause di nullità matrimoniale che prima erano introdotte in Diocesi attraverso la collaborazione con il Tribunale Ecclesiastico Regionale Siculo successivamente divenuto Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Siculo. Il giorno del giuramento, il vescovo ha ricordato alle operatrici e agli operatori del Tribunale Diocesano Ecclesiastico di Ragusa il ruolo di grande responsabilità loro affidato esortandoli «ad accogliere ogni persona con carità e misericordia».

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