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Poidomani: “Turismo a Ragusa, manca un poco di pressing politico”

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“Il confronto avviato dal sindaco sul fronte del turismo manca, secondo noi, di un elemento fondamentale. Un forte pressing politico che il primo cittadino di Ragusa, città capoluogo, dovrebbe esercitare, unitamente agli altri sindaci, sulla Sac per ottenere riscontri sull’incremento dell’operatività che, in questo periodo invernale, è rimasta sotto i livelli minimi e che rischia di pregiudicare tutta la prossima stagione estiva. L’Amministrazione comunale si sta sforzando di programmare. Ma con il turismo, a quanto pare, viene proprio difficile, soprattutto se non si tengono in considerazione tutte le componenti in gioco. E tra queste, naturalmente, il futuro dell’aeroporto è quella più importante”. Lo dice il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Ragusa, Luca Poidomani, puntando l’accento su una questione che non può essere trascurata e che, anzi, presupporrebbe l’impegno massimo di tutte le parti in causa. “Proprio in questi giorni – continua Poidomani – il nostro senatore Salvo Sallemi ha presentato una interrogazione al ministro delle Infrastrutture sulla continuità territoriale oltre ad avere sollecitato la Sac a una gestione più oculata e reattiva sulle sorti dello scalo casmeneo che, come correttamente dice il senatore, non può essere relegato al ruolo di ruota di scorta. Sappiamo, naturalmente, che il sindaco di Ragusa non può avere voce in capitolo sulle scelte della Sac. Ma ha un ruolo politico che deve cercare di fare valere. Pochissimi, invece, in questi anni, gli interventi del sindaco sull’aeroporto. Non ha partecipato neppure alle proteste. E, invece, questa infrastruttura, non ci sono dubbi, la dobbiamo considerare come una presenza cruciale per l’intero territorio e rispetto a cui, lo ribadiamo, diventa fondamentale predisporre un fronte comune. Se quello che, giustamente, si sta facendo per il comparto agricolo, si attuasse, almeno in parte, in termini di strategie rivendicative, anche per il settore turistico, potremmo davvero sperare che ai livelli regionali e nazionali il pressing esercitato possa dare i frutti sperati. Ascoltare soltanto gli operatori del comparto, seppur azione meritoria, non servirà a granché. C’è bisogno di molto altro. C’è bisogno, soprattutto, di interloquire con chi di dovere per far sì che il panorama complessivo riguardante il futuro dell’aeroporto di Comiso, così da accrescere il flusso di vettori, possa definitivamente cambiare. Lo dobbiamo al nostro territorio. Lo dobbiamo alla nostra economia. Lo dobbiamo alle nostre future prospettive di sviluppo”.

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