Cerca
Close this search box.

Paraguay. Dinamite gel all’interno del carcere di Montevideo

Tempo di lettura: 2 minuti

(gr) Dalle prime ore di questa mattina, il governo del Paraguay sta portando avanti un’operazione militare e di polizia nel carcere principale di Tacumbú, situato in un quartiere della capitale Montevideo. Il bilancio dell’operazione conta, per ora, sette morti (due agenti e cinque detenuti). Nel corso dell’operazione è stata sequestrata una quantità significativa di dinamite gel, custodita all’interno del penitenziario di Tacumbú, in possesso del Clan Rotela, che fa capo al boss del narcotraffico Armando Javier Rotela. L’operazione di polizia  ha finora provocato almeno 28 feriti, tra poliziotti, militari e civili. Il capo del dipartimento antisequestri della polizia nazionale del Paraguay, Nimio Cardozo, ha precisato che l’operazione è iniziata questo lunedì intorno alle 05:00 ora locale. con la mobilitazione di 1.100 militari e 1.218 agenti di polizia. In questo senso, il direttore della Comunicazione Sociale delle Forze Militari, colonnello Víctor Urdapilleta, ha dichiarato alla stampa che l’operazione cosiddetta “Veneratio” è ancora in corso e che “più di 100 detenuti” sono stati trasferiti in altri centri di detenzione del Paese. Mentre il peggiore del clan, il boss Armando Javier Rotela, è rimasto nel carcere di Tacumbù. Rodrigo Nicora vice ministro della Politica penale, ha riferito in qualità di portavoce, che  l’obiettivo delle autorità è quello di “riprendere il controllo del penitenziario nazionale” di Tacumbú. Per questo Nicora ha sottolineato che con questa azione si cerca di “decomprimere” il penitenziario di Tacumbú, la cui gestione è diventata  “un problema di sicurezza nazionale”. Non poteva mancare l’intervento del presidente Santiago Peña, il quale ha affermato che “il governo del Paraguay ha detto basta ai privilegi, basta alla complicità e alla mancanza di controllo. E soprattutto abbiamo detto basta a un modello penitenziario che ha trasformato le carceri in scuole di criminalità”. In questo senso, ha indicato che si tratta di “un’operazione storica e senza precedenti con l’obiettivo di costruire un Paese più sicuro per le nostre famiglie”, elogiando le forze dell’ordine per aver agito con “fermezza e determinazione”. Peña ha spiegato che “per decenni, tutti sapevano che il carcere di Tacumbú era diventato un centro da cui operavano gruppi criminali, che pianificavano aggressioni distribuivano droga in ogni dove e avvelenato più di 90.000 giovani solo a Asunción,  e in tanti altri luoghi del Paese”. Ma si sa, quando in commercio circola la droga, gli interessi sono talmente alti che quasi sempre non si muove foglia che “Javier” non voglia, questo almeno fino a quando, i vari attori coinvolti, hanno scoperto che all’interno del penitenziario giaceva anche una congrua quantità di dinamite gel.  Con la Polizia corrotta, accusata più volte di traffico illegale di armi, forse il Presidente avrebbe dovuto fare un discorso diverso, almeno in questa circostanza. Mercoledì scorso infatti il Pubblico Ministero del Paraguay aveva incriminato diversi militari di alto rango, facenti parte di una rete internazionale di traffico di armi, coinvolta nella cosiddetta operazione Dakobo.

524873
© Riproduzione riservata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articoli correlati

RTM per il cittadino

Hai qualcosa da segnalare? Invia una segnalazione in maniera completamente anonima alla redazione di RTM

SEGUICI
IL METEO
UTENTI IN LINEA
Scroll to Top