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In ricordo del poeta cileno Nicanor Parra

Tempo di lettura: 2 minuti

Questo 5 settembre il celebre poeta cileno Nicanor Parra compirebbe 109 anni. L’autore, morto nel 2018 all’età di 103 anni, è riconosciuto come uno dei più grandi poeti latinoamericani, scrisse fino all’ultimo dei suoi giorni e insegnò fino all’età di 100 anni. Fisicamente preparato e nato in una famiglia di musicisti popolari (Parra è il fratello maggiore della leggendaria folclorista Violeta Parra), l’autore ha abbracciato la poesia lirica per creare l’antipoesia, uno stile più diretto e colloquiale di versi rutturisti utilizzato anche da altri scrittori cileni come Pablo Neruda o Vicente Huidobro. Per lui era estremamente importante togliere la poesia dal piedistallo, toglierle l’aura raffinata e di culto, e “avvicinarla alla parola parlata, alla cronaca giornalistica, alla pubblicità, alla predica religiosa, al proclama del venditore ambulante, ai graffiti della metropolitana, dei bagni pubblici, dei muri urbani”, come ha detto uno studioso. Nonostante questo esercizio di rottura e buon umore, Parra non si considerava un creatore solo nel deserto, poiché intendeva la sua poesia come una sintesi con creazioni di altri movimenti. Cercava di integrare e rilassare piuttosto che di eliminare e restringere, motivo per cui considerava il suo metodo “taoista”. Si ritiene che da Poems and Antipoems (1954) abbia iniziato a modellare il proprio stile per mettere insieme i versi. L’accoglienza in Cile e in America Latina fu positiva e la sua produzione creativa aumentò, dando origine a una catena di libri che lo definirono e lo collocarono come un riferimento nella scena letteraria. Tra il 1958 e il 1979 si contano 11 opere, tra cui Antipoesie (1960), Canzoni russe (1967), Professori (1971), Artifatti (1972) e Sermoni e predicazioni del Cristo di Elqui (1976), anche se questi sono solo alcuni dei titoli: raccolte di poesie che cementarono la sua opera letteraria. I suoi libri si trovano facilmente in quel bazar infinito chiamato Amazon, un mezzo che a quanto pare gli garantirà lettori per molti anni a venire.

Frasi e versi di Don Nicanor

Per mezzo secolo / la poesia fu / il paradiso dei solenni sciocchi. / Finché non sono arrivato / e mi sono sistemato sulle montagne russe. / Vieni su, se vuoi. / Naturalmente non rispondo se scendono / gettando sangue dalla bocca e dal naso. Né molto liscio né del tutto stupido / Ero quello che ero: una miscela / Di aceto e olio da mangiare / Una salsiccia di angelo e bestia!

L’autore non è responsabile degli eventuali inconvenienti che i suoi scritti potrebbero causare: /Anche se gli pesa/ Il lettore dovrà sempre accontentarsi. C’era uno scontro tra pedanteria e volgarità, e la sintesi dialettica tra le due è antipoesia.

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