
Le scuole in Sicilia riapriranno mercoledì 13 settembre e chiuderanno l’8 giugno 2024. Fissato, infatti, dal Ministro dell’Istruzione e del Merito il calendario scolastico 2023-2024, degli esami di terza media e di maturità 2024. Il programma è stato poi integrato con le delibere delle singole regioni che hanno stabilito le date del primo e dell’ultimo giorno di scuola per ogni ordine di istruzione, oltre alle festività nazionali e alle date delle altre vacanze scolastiche, come quelle di Natale, Carnevale e Pasqua e anche quelle dei ponti, come quello dell’Immacolata o della Liberazione, che capitano durante l’anno scolastico.
Ciascuna regione vara un calendario scolastico autonomo quindi le date rilevanti dell’anno cambiano da regione a regione. All’interno delle regioni, però, anche la singola scuola ha voce in capitolo e può decidere – con delibera del Consiglio di istituto – di apportare alcune modifiche.
Le vacanze di Natale saranno dal 23 dicembre al 6 gennaio, quelle di Pasqua dal 28 marzo al 2 aprile. A queste si aggiunge il ponte del 2 novembre. Ci sono da considerare anche le festività nazionali, giornate in cui le scuole restano chiuse in tutto il Paese: 1 novembre (ogni Santi); 8 dicembre (Immacolata); 25 dicembre (Natale); 26 dicembre (Santo Stefano); 1 gennaio (Capodanno); 6 gennaio (Epifania); 31 marzo (Pasqua); 1 aprile (Lunedì dell’Angelo); 25 aprile (Festa della Liberazione); 1 maggio (Festa del Lavoro); 2 giugno (Festa della Repubblica).
6 commenti su “Scuola, in Sicilia si torna tra i banchi il 13 settembre”
come faranno gli insegnanti a riprendere a lavorare?
Gli insegnanti stanno lavorando su come organizzare i ponti durante l’anno: un sacrificio.
Bella così la scuola, istruttiva, educativa, formativa che ti aiuta ad affrontare la vita nel migliore dei modi soprattutto di questi tempi. La ringrazio per l’informazione Apposto.
@ruzza: Le vorrei far notare che la scuola italiana sia l’unica ad articolare un calendario con ben 3 mesi, e anche più, di astinenza.
perché risulti impossibile una rimodulazione dello stesso è superfluo.
3 mesi nei quali nessun ragazzo può lavorare o impegnarsi dati i nuovi limiti anagrafici elevati a 16 anni; però in compenso i figli dei ricchi frequentano scuole private per occupare civilmente il tempo; i figli di NN imparano la vita di strada…ai quali sono poi riservate accuse di inciviltà, additate esclusivamente ai genitori, come unici responsabili.
Un esame di coscienza, no?
Sig Ruzza, c’è?
È possibile poter parlare di formazione, piuttosto che di datterini pagati anche profumatamente? Ma a motica interesse ben altro, perché tanto il popolino mancia lo stesso.