Un detenuto originario di Noto si è tolto la vita all’interno del carcere di contrada Pendente, a Ragusa. Allo stato non si conoscono le cause che hanno portato l’uomo a compiere l’insano gesto.
La Casa Circondariale di Ragusa, diffusasi la notizia del decesso, è stata teatro di una rivolta, messa in atto dalla popolazione detenuta, in segno di protesta verso le istituzioni che dovrebbero tutelarne i diritti e la salute all’interno della carceri. Protesta riferita all’esiguo numero di operatori capaci di fornire un supporto psicologico e ad una sanità locale incapace di fornire adeguati servizi assistenziali all’interno dell’istituto per i medesimi soggetti. La rivolta, iniziata intorno alle 22, ha comportato il richiamo urgente in servizio del Personale assente a vario titolo, il dispiegamento di altre forze dell’ordine, nonché l’impiego di un’aliquota di personale proveniente da altro istituto penitenziario, che hanno consentito di ripristinare l’ordine intorno alle 2.30 del mattino.
“Una tragedia annunciata – è quanto riferiscono le segreterie provinciali di UILPA, CISL FNS e CGIL FP -. Da tempo, denunciamo condizioni lavorative estreme presso questo istituto, dove gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria, sono tenuti a operare in condizioni sempre più difficili, con turni di servizio estenuanti, causa la gravosa carenza nell’organico complessivo.
Il disagio lavorativo patito dai poliziotti e l’inevitabile ritardo nel riscontrare per tempo alcune istanze avanzate dai detenuti, contribuisce a generare ulteriori tensioni all’interno della struttura, che poi possono sfociare in criticità.
La presenza di soggetti con patologie psichiatriche, acuisce maggiormente talune criticità, poiché l’istituto risulta inidoneo per la gestione di questi soggetti che il più delle volte necessiterebbero un presidio medico psichiatrico costante.
Il grido di allarme, più volte lanciato in ambito locale e Regionale, circa l’inadeguatezza degli organici della polizia penitenziaria, ad oggi, non è stato ascoltato dai vertici dell’Amministrazione, ma certamente non potrà continuare così.
Nell’esprimere massima vicinanza e sostegno a questi poliziotti, che nonostante quotidianamente operano in condizioni lavorative estreme, riescono con encomiabile abnegazione e spiccate qualità umane e professionali, a svolgere il delicatissimo e difficilissimo compito istituzionale demandato, queste Segreterie, continueranno a denunciare nelle sedi istituzionali preposte, le gravissime criticità che oramai da troppo tempo affliggono l’istituto di Ragusa e preannunciano, che a breve, saranno comunicate le iniziative di protesta previste dalla legge, che verranno adottate per porre l’attenzione degli organi preposti, ai vari livelli, sull’istituto di Ragusa, a partire dalla richiesta di un urgente incontro con il Prefetto di Ragusa, necessario per poter continuare a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico nell’Istituto situato nel centro città, a salvaguardia dell’intera cittadinanza”.
1 commento su “Carcere Ragusa, detenuto si toglie la vita”
Non ho letto del cordoglio per questa povera vita che prematuramente lascia moglie e tre figli se non erro, vero è che le guardie lavorano in condizioni precarie, ma è anche vero che i detenuti sono ammassati in cella come degli animali,quest uomo avrà sbagliato e stava pagando la sua pena… Rip