di g.r.
Il procuratore generale di El Salvador ha accusato l’ex presidente Alfredo Cristiani di aver coordinato e autorizzato il massacro dei membri della Compagnia di Gesù avvenuto nell’Università centroamericana di San Salvador. L’organo giudiziario ha concluso di avere raccolto prove sufficienti secondo cui il crimine fu perpetrato dagli squadroni della morte il 16 novembre 1989, in cui morirono sei sacerdoti gesuiti, cinque dei quali spagnoli, insieme a due donne. Il procuratore ritiene, infatti, che il massacro fosse opera dell’ex presidente salvadoregno. Il politico, appartenente al partito di destra Alianza Nacionalista Republicana, il quale si sarebbe servito di un gruppo militare speciale per compiere l’incursione in base alle testimonianze di Emilio Ponce, oggi deceduto (addio testimone!) presente all’epoca sul luogo dell’eccidio. Oltre a Cristiani, il processo coinvolgerebbe altri otto imputati, tra i quali spicca Rodolfo Parker, ex deputato tuttora latitante. Secondo l’ufficio del procuratore, Parker era al tempo anche a capo del ministero della Difesa salvadoregno. Lo stesso Cristiani, anch’egli uccel di bosco, su cui pende un mandato di cattura internazionale, è finito al centro della campagna anticorruzione dell’attuale ferreo presidente Nayib Bukele, che il 1° giugno scorso ha iniziato il suo raid ordinando la confisca di tutti i suoi beni, valutati oltre 10 milioni di dollari. Cristiani secondo il pubblico ministero, avrebbe mandato in bancarotta il paese, uscendone milionario, in riferimento alla fortuna che evidentemente l’ex presidente avrebbe costruito attraverso furto e appropriazione indebita di fondi statali.