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Prezzi al consumo, negli iblei aumento dello 0,7%

Confcommercio: “La ripresa dell’inflazione non è da leggere con allarme”
Tempo di lettura: 2 minuti

Secondo i dati provvisori dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, ad aprile si registra un aumento, su scala nazionale, dello 0,5% su base mensile e dell’8,3% su base annua, da +7,6% del mese precedente. Per quanto riguarda la provincia di Ragusa, l’aumento registrato è pari allo 0,7% su base mensile e dell’8,9% su base annua. Secondo l’Istat, “l’accelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, all’aumento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +18,9% a +26,7%)”. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +6,3%, così come quella al netto dei soli beni energetici (a +6,4%). Secondo Confcommercio, “la ripresa dell’inflazione registrata nel mese di aprile, pur consolidando i timori di un percorso di rientro non privo di ostacoli e non immediato, non va letta con eccessivo allarme. Il dato italiano si inserisce, inoltre, in un contesto europeo in cui il rallentamento delle dinamiche inflazionistiche, seppure avviato, mostra analoghi elementi di difficoltà, con temporanee interruzioni e andamenti non omogenei tra Paesi”.
“Il permanere di tensioni sul versante energetico – spiega dal canto suo il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – soprattutto per quanto attiene alla componente non regolamentata, non deve far trascurare alcuni segnali che portano a guardare con fiducia alla possibilità di tornare, verso la fine dell’anno, su dinamiche dei prezzi al consumo meno espansive. Il cosiddetto carrello della spesa comincia a evidenziare, pure sul nostro territorio, tassi di variazione meno sostenuti, in linea con quanto rilevato per l’alimentare. Allo stesso tempo, l’inflazione di fondo segnala ad aprile una stabilizzazione della variazione tendenziale, dato che potrebbe sottintendere come, al di là di episodici aumenti, le tensioni interne al sistema si stiano lentamente raffreddando. E’ comunque evidente come il prolungamento nel tempo di dinamiche inflazionistiche elevate rappresenta un elemento d’incertezza per le possibilità di consolidare i segnali di recupero dell’economia emersi nel primo trimestre del 2023”.

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2 commenti su “Prezzi al consumo, negli iblei aumento dello 0,7%”

  1. Orazio Pedofallo di kaumbiat

    Il solito russofilo approfittera’ per tentare di dimostrare che l’inflazione sia dovuta alla guerra in Ucraina, ma non diciamo baggianate!! Per fortuna l’ho già preceduto.

  2. Ha ragione, l’inflazione non è dovuta alla situazione in ucraina, ma alle scelte europee ed italiane.

    Pensi che compriamo il gas dagli usa, nostri alleati, pagandolo uno sproposito, o il petrolio dall’India, di provenienza russa, che ci margina sopra.

    Pensi anche che le sanzioni dovevano funzionare un anno fa, mentre invece l’America sta subendo un crollo e noi a ruota, con i brics che acquistano oro e determinano la loro valuta di riserva alternativa.

    Pensi che con l’ultimo rialzo dei tassi, un auto costerà €8.200 in più (ansa).

    Le persone sono senza soldi, i beni primari aumentano perché scende la domanda, ma tutto normale.

    Non è colpa infatti della situazione in ucraina.

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