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Presunti appalti truccati all’Ast. 9 rinvii a giudizio

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Nove persone sono state rinviate a giudizio dal gup di Palermo, Maria Cristina Sala, nel corso dell’udienza preliminare riguardo all’indagine sulla gestione dell’Ast, l’azienda partecipata della Regione Siciliana che si occupa del trasporto su gomma. Davanti ai giudici della Terza Sezione andranno il prossimo 5 giugno i seguenti indagati: Giuseppe Carollo, componente dell’ufficio legale e affari generali dell’azienda a totale partecipazione regionale; i componenti della commissione della gara per l’incarico di revisore Giovanni Amico, Giovanna Monteleone e Beatrice Manno; Alessio Porzi, amministratore di fatto della società Porzimark srls di Cannara (Perugia); Alberto Carrotta (noto ex pilota di gare di rally), amministratore di fatto della società Officine del turismo srl (poi Alc 14 srl) di Palermo; Massimo Albanese, referente della Officine del turismo; Orsola e Salvatore Porretto della Holding Turimo srl.

Per Teresa Maniscalco, dell’ufficio legale, difesa dall’avvocato Michele De Stefani, è stata emessa sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Maniscalco era accusata di avere inserito un dato contabile falso durante il verbale del Consiglio d’amministrazione del pomeriggio del 24 luglio del 2020. Dato che come ha dimostrato con le indagini difensive l’avvocato De Stefani era stato comunicato già la mattina con una mail da Amico. La stessa Procura ha chiesto il proscioglimento.

Con il rito immediato hanno scelto di essere giudicati l’ex direttore generale Ugo Fiduccia, l’ex presidente Gaetano Tafuri e Teresa Salamone, componente dell’ufficio legale e affari generali dell’azienda.

Il processo ruota attorno ad alcuni appalti truccati, favori e assunzioni pilotate dalla politica. Anche l’ambizioso progetto di creare una compagnia aerea, stoppato dalla giunta regionale, sarebbe stato occasione illecita di lucro. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Andrea Fusco, e condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria avevano piazzato telecamere e microspie dentro l’azienda.

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