
“La Coppa più bella del mondo” di Maurizio Crosetti e Dino Zoff (edizioni Baldini & Castoldi).
Ieri sera al Pata Pata per “Autori & Libri, conversando a Sampieri, Maurizio Crosetti sollecitato dalle domande del giornalista sportivo Umberto Teghini ( Dino Zoff non poteva essere presente ma lo è stato in un’intervista al giornalista di Repubblica di quindici minuti proiettata in coda al dibattito) ha sottolineato come quella Coppa del Mondo, la terza, non ha avuto uguali nel palmares della nazionale italiana essendo stata costruita pazientemente pezzo su pezzo eliminando squadroni come il Brasile e l’Argentina delle star del pallone e poi la Polonia e poi la finalissima contro una Germania piegata e in ginocchio al cospetto della supremazia tecnica agonistica dell’undici fantastico di Bearzot di cui ancora oggi ci ricordiamo i nomi, le loro storie e il loro destino. Per quelli di oggi, chissà ?
Quel mondiale stravinto con la passione e l’entusiasmo del primo tifoso d’Italia, il presidentissimo Sandro Pertini, eccitatissimo sugli spalti del Santiago Bernabeu che contaminò gli italiani superando lo schermo ci ha regalato anche uno spaccato di vita che non è stato solo della nazionale ma anche il nostro stringendoci e manifestando nelle piazze avvolti anche idealmente al nostro tricolore.
Zoff, capitano per esempio e autorevolezza festeggiò, ci ha raccontato Crosetti, quel momento epocale e quindi unico come un composto friulano sa fare. Subito dopo quella partita mangiò in compagnia di un altro grande uomo e calciatore, Gaetano Scirea, una bistecca e bevve in buona saluta un bicchiere di rosso.
Poi andarono in camera, mentre tutti gli altri festeggiavano nei ritrovi madrileni alla moda, si adagiarono ognuno nel proprio letto e accesero una sigaretta, senza mai scambiarsi una parola. Non ce n’era di bisogno. Sul tetto del calcio del mondo solo i pensieri sanno dare le gioie che contano.