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Etiopia. Bekele: violazioni da parte gruppi armati e forze di sicurezza

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“I conflitti in Etiopia hanno portato a violazioni, brutali e crudeli dei diritti umani da parte sia delle forze di sicurezza che dei gruppi armati ribelli”, ha dichiarato il capo della Commissione etiope per i diritti umani (EHRC), istituzione pubblica statale indipendente  che ha pubblicato il suo primo rapporto annuale dalla riforma che ha portato il suo leader Daniel Bekele a restituire credibilità a un organismo con una reputazione fortemente degradata. “Questo rapporto descrive una serie di gravi violazioni dei diritti umani commesse da attori sia statali che non statali in un contesto di conflitto in diverse regioni dell’Etiopia e perpetrate con estrema brutalità e crudeltà”, ha spiegato, Bekele presentando il rapporto ad Addis Abeba. “Morti, lesioni fisiche e psicosociali, violenza sessuale e di genere, sfollamento e distruzione di proprietà sono state inflitte a civili, inclusi donne, bambini, anziani e disabili. Inoltre, gli attori non statali sono responsabili di violazioni su larga scala come uccisioni etniche o religiose e sfollamenti forzati di civili. Da novembre 2020, il governo federale etiope è coinvolto nel conflitto armato con i ribelli nella regione settentrionale del Tigray. Ribellione è attiva anche in Oromia, la regione più grande e popolosa del Paese. Nelle zone di conflitto, “i diritti alla vita, alla sicurezza, alla giustizia e alla libertà da trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti sono stati violati da tutte le parti”, ha affermato Bekele. Al di fuori delle zone di conflitto, la Commissione ha anche riscontrato che i detenuti sono stati sottoposti a maltrattamenti illegali e detenzione preventiva prolungata in stazioni di polizia o centri di detenzione non ufficiali. Alcuni persone hanno continuato a essere detenute in violazione degli ordini del tribunale che li rilasciavano su cauzione. Il periodo dello stato di emergenza, imposto tra novembre e febbraio, è stato caratterizzato da un numero significativo di arresti arbitrari. Bekele, interrogato sull’apparente impunità intorno a questi eventi, ha accolto con favore alcuni “passi incoraggianti nella giusta direzione” fatti da parte delle autorità etiopi che fanno capo a Sahle-Uork Zeudé  prima donna ad essere stata eletta nel 2108 presidente della Repubblica Democratica dell’Etiopia.  “Ma probabilmente – ha riconosciuto Bekele – non sta andando abbastanza velocemente e non con la trasparenza e l’efficacia di cui abbiamo bisogno”. Anche la detenzione di operatori che viola la legge sui media è “una questione molto preoccupante”, ha detto Rakeb Messele vicepresidente della Commissione.

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