
E’ iniziata oggi a La Paz, la prima udienza contro l’ex presidente de facto della Bolivia, Jeanine Anez. Il processo battezzato “ Colpo di Stato” vede la Anez accusata di violazione della Costituzione per aver assunto la presidenza il 12 novembre 2019 senza possedere i necessari requisiti istituzionali. Secondo la Procura, l’ex senatrice ha commesso diverse violazioni della Magna Carta e dei regolamenti dell’Assemblea Legislativa Plurinazionale. Dopo il colpo di stato contro Evo Morales, la presidenza ad interim del paese, spettava di diritto a un legislatore del Movimento per il socialismo (MAS) al potere, poiché possedeva la maggioranza dei seggi, e non al blocco di opposizione di cui faceva parte la Anez. Durante il processo sarà analizzata anche la partecipazione di politici, agenti di polizia, militari e persone della società civile che hanno collaborato alla successione irregolare. Insieme all’ex presidente sarà processato anche l’ex capo di stato maggiore Flavio Gustavo Arce, e gli ex comandanti Pastor Mendieta (Esercito), Gonzalo Terceros (Air Force) e Palmiro Jarjury (Armed Forces). A loro vanno aggiunti l’ex comandante della polizia Yuri Calderón e l’ex comandante delle forze armate Williams Kaliman, entrambi alla macchia. Oltre alla sua partecipazione al rovesciamento di Morales e alla sua anomala assunzione alla presidenza, Jeanine Anez, sarà indagata anche per crimini contro l’umanità, legati ai massacri di Sacaba e Senkata, nei quali sono state uccise 38 persone e centinaia di persone ferite e incarcerate. Alla vigilia del processo l’ex presidente, ha iniziato uno sciopero della fame che il leader del Movimento socialista alla Camera, Gualberto Arispe, ha considerato un’azione politica di vittimizzazione volta unicamente a ritardare il processo giudiziario. La Procura boliviana ha chiesto la pena massima di 10 anni per l’ex presidente.













