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Confcommercio. Vendite al dettaglio positive anche a settembre.

“Nell’area iblea, però, il processo appare disomogeneo. Alcuni comparti come quello dell’abbigliamento e delle calzature scontano ritardi importanti”
Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo la ripresa di agosto, prosegue l’andamento positivo delle vendite al dettaglio, che segnano un aumento anche per il terzo trimestre dell’anno. A settembre 2021, l’Istat ha stimato una crescita dello 0,8% in valore e dello 0,6% in volume. In provincia di Ragusa, si parla di una crescita dello 0,5% in valore e dello 0,4 in volume. L’aumento è trainato sia dal recupero dei beni non alimentari (+1% in valore e 0,8% in volume, +7,3% in valore e +5,7% in volume su base tendenziale) che dalle vendite dei beni alimentari (+0,6% in valore e +0,3% in volume, +2,5% in valore e +1,4% in volume su base tendenziale). Rispetto a settembre 2020 il valore delle vendite al dettaglio cresce in tutti i canali distributivi: grande distribuzione (+2,8%), le imprese che operano su piccole superfici (+6,3%), le vendite al di fuori dei negozi (+7,6%) e il commercio elettronico (+18,8%). Il livello dell’indice destagionalizzato in volume, secondo l’istituto di statistica, grazie alla dinamica positiva degli ultimi mesi raggiunge, per la prima volta dall’inizio dell’emergenza sanitaria, il livello di febbraio 2020.
Il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, commentando i dati delle vendite al dettaglio, ha evidenziato che “anche nel mese di settembre, e in misura superiore alle attese, è proseguito il recupero delle vendite al dettaglio. Il processo appare, tuttavia, piuttosto disomogeneo sotto il profilo settoriale, anche nella nostra provincia. Se il miglioramento registrato durante l’estate ha permesso di riportare, nella media dei primi nove mesi del 2021, l’aggregato delle vendite a valore sui livelli del 2019, vi sono alcuni comparti che scontano ancora ritardi importanti. In particolare, per l’abbigliamento e le calzature il differenziale con il periodo gennaio-settembre del 2019 è ancora a due cifre. Allo stesso tempo, non tutti i format distributivi sono stati in grado di recuperare i valori del 2019, con differenziali ancora ampi per le piccole imprese e il commercio ambulante”.

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